Care ragazze mie, ecco a voi, una storia così dolce, che vi farà
vomitare orsacchiotti gommosi
emh, volevo dire, vi farà venire il latte alle ginocchia <3
C'è chi è nato per scrivere sdolcinatezze, e purtroppo per me, il mio destino è quello di portare "gioia e dolcezza" in una coppia su cui si può dire di tutto, ma non certo che è sdolcinata. Ho provato ad immaginare tante volte, come sarebbe stato il primo bacio tra Zoro e Sanji, perchè non questa versione?
Così, ecco a voi "enchanted", spero vi piaccia, e buona lettura x3
p.s. se volete sentire la canzone che ci sarà, ad un certo punto della storia, cliccate su questo link:
Enchanted
-Signore e signori! Adesso è il momento di scendere in pista! Per voi le fanciulle più belle che abbiamo! E valorosi cavalieri per queste due splendide ragazze!-
-Non ci credo!- quasi urlò Sanji.
-Lei sembra un intenditore, ragazzo mio! Prego, a lei la scelta.- detto questo il presentatore della serata fece un ampio gesto con la mano, e in un minuto, sette, dieci, quindici dolcissime ballerine si presentarono agli occhi di Sanji.
Ce n’erano per tutti i gusti: Bionde, brune, rosse, capelli ricci, lisci, corti, lunghi… tutte bellissime e con un corpo da favola.
Per Sanji quell’isola era come un sogno! Ci erano approdati nel pomeriggio, incuriositi dalla sua forma strana, e dalla gente vivace e amichevole con tutti, perfino con i pirati.
Quel paradiso terrestre si chiamava CinderellaVille, non si sa per quale strana ragione.
Dopo ore di esplorazione, tutta la ciurma dei mugiwara si era riunita in quel locale bellissimo, in riva al mare.
Un’atmosfera romantica, no? Quella sera c’era anche il chiaro di luna…
Il presentatore stava costringendo tutti a ballare un lento, non stava risparmiando nessuno! Quella sera era di buon umore, e metteva in mostra le sue ballerine migliori. Sanji si sentiva nel mondo dei balocchi. Saltellava da una ragazza all’altra “misurando” bellezza e bravura. Alla fine arrivò alla conclusione che non riusciva a sceglierne nessuna… quindi avrebbe ballato con tutte!
Tutti i suoi compagni si stavano divertendo: Rufy e Chopper si erano buttati a pesce sul buffet; Brook era accerchiato da ragazze incuriosite, e alcune affascinate dalla sua storia; Franky scherzava con delle fanciulle sedute ad un tavolo, sfoggiando il suo ciuffo in tutto il suo splendore; Usopp stava raccontando a delle ballerine di come una volta avesse sconfitto una ciurma di dieci mila pirati, e quelle lo ascoltavano ridacchiando; Nami e Robin, invece, erano sedute ad un tavolino, chiacchierando amabilmente con i due giovani che il presentatore gli aveva fatto conoscere. Sanji le sentiva ridere e scherzare, un po’ era geloso, ma si disse che per una volta poteva lasciarle stare, concentrandosi su altre cose, come le migliaia di ragazze che sembravano volergli saltare addosso. Quella, sembrava proprio una serata perfetta, si disse Sanji , guardando la sala illuminata da mille luci. Un momento… Sanji si guardò nuovamente in torno. Era tutto troppo perfetto… ci mancava qualcosa. Ma certo. Era una sua impressione, o quel marimo guasta feste non era nei paraggi?
Sanji guardò un attimo le ragazze di fronte a lui che si erano sedute comodamente su un divanetto bianco al lato della sala, e lo stavano invitando a fare lo stesso, indicando un posto giusto in mezzo.
Mmm… no, probabilmente era la sua immaginazione.
Fece qualche passo verso di loro. Arrivatogli davanti, gli mostrò un cortese sorriso e poi fece un elegante inchino.
-Scusate, signorine, ma devo andare. Vi chiedo cortesemente di perdonarmi, tornerò da voi appena possibile.- disse con la voce più dolce del mondo.
Una di queste si fece sfuggire un piccolo gemito. Sanji le fece l’occhiolino e poi s’incamminò verso l’uscita della sala.
Camminò a lungo sulla spiaggia, con i piedi che sprofondavano nella sabbia ad ogni passo. Il mare era calmo, e a smuoverlo ci pensava qualche onda pacata di tanto in tanto. Il cuoco ne approfittò per accendersi una sigaretta. Fece il giro intorno al locale,e appena girò l’angolo si ritrovò in un vicoletto illuminato appena dai raggi di luna. Prese un’ultima boccata dalla sua bionda, per poi gettarla sull’asfalto che spuntava dalla sabbia, e spegnerla con la punta del piede.
La strada era abbastanza larga, e lunga quanto la parete del locale. C’erano varie panchine sparse qua e la.
Uno strano individuo era seduto sul davanzale della finestra chiusa, da cui proveniva la musica udibile anche all’esterno.
-Che ci fai qui? La festa è dentro.- disse Sanji avvicinandosi.
-Non ne avevo voglia. Qui fuori, è molto meglio. Guarda, si vede la luna…- rispose Zoro indicando il cielo sopra di lui.
In effetti c’era proprio una bella piena.
-E non vuoi ballare?- chiese ancora il cuoco sedendosi per terra, di fronte allo spadaccino.
Quest’ultimo gli lanciò un’occhiata glaciale.
-Ah, ho capito. Non trovando alcolici sei corso fuori a fare un sonnellino.- disse ancora una volta Sanji ridacchiando.
Zoro alzò gli occhi al cielo, e sospirò quasi impercettibilmente, ma non disse ancora nulla.
Sanji si strinse nelle spalle, pronto a fare dietrofront, quando una canzone bellissima lo costrinse a fermarsi per ascoltare.
-Non è che non sai ballare?- domandò all’altro in un attimo di illuminazione.
-Non credo siano affari tuoi!- rispose lo spadaccino ormai al culmine dell’esasperazione.
-Davvero? No, perché questo sarebbe il momento giusto per imparare, sai? Dentro ci sono un sacco di ragazze, di certo ne troverai una adatta ai tuoi gusti. Intanto vieni a fare pratica.-
Detto questo Sanji lo tirò per una mano e lo obbligò a scendere.
-No aspetta, che fai?- domandò con poca convinzione Zoro.
-Ti insegno, guarda, metti una mano qui…-
Così dicendo Sanji indicò il suo fianco sinistro, ma dato che il marimo non sembrava intenzionato a muoversi, la prese a forza e se la portò al fianco.
Poi, prese l’altra mano, e intrecciò le dita con le sue. Lentamente, dopo uno sguardo intenso di imbarazzo e di esitazione insieme, Sanji iniziò a muovere qualche passo. Incredibilmente, scoprì che lo spadaccino lo seguiva senza esitare, imitando i suoi passi alla perfezione.
-Davvero, cuoco, mi sembro un idiota…-
-Ma che dici? Guarda, stai ballando…-
Sanji ne era entusiasta, non credeva che avrebbe imparato così in fretta.
-Non pensi che il maschio debba portare?- domandò Zoro iniziando a prenderci la mano.
-Ma non avevi detto che non sapevi ballare?-
-Io non l’ho mai detto.-
Il biondo era rimasto con il capo abbassato a guardare il movimento dei piedi, ma si era accorto che l’altro lo stava guardando, così posò lo sguardo su di lui.
Zoro sembrava come incantato, e non sembrava volersi staccare.
Anzi, stava stringendo sempre più la presa, e piano piano fece scivolare entrambe le mani dietro la schiena di Sanji fino a farle combaciare, e a stringere quest’ultimo in un abbraccio.
Sanji rimase pietrificato da quel gesto. Ma che stava facendo? Provo a muoversi, ma era circondato dalle braccia di quello spadaccino, che sembravano sminuire da prima ogni pensiero di ribellione. Sgranò gli occhi quando si ritrovò la stoffa della maglietta di Zoro, proprio sotto al naso. Il suo cuore batteva sempre più forte, mentre appoggiava la guancia contro la sua spalla. Okkey, era solo uno scherzo, non doveva andare così, sarebbero dovuti entrare dentro e ballare con qualcuna di quelle stupende ragazze. E allora perché non riusciva a muoversi?
Rimase immobile per parecchi minuti, la sua mente stava lavorando veloce per riuscire a capire quello che stava succedendo. Come c’era finito in quella situazione?
Sanji era così occupato che non si accorse nemmeno che stavano continuando a ballare intanto. Chiuse gli occhi stringendoli forte, abituandosi a quel calore. Pensava a cosa sarebbe successo se qualcuno li avesse visti, se qualche ragazza li avesse visti. D’un tratto si accorse di poter sentire il battito di Zoro. Il suo cuore, anch’esso batteva freneticamente. Fu tutto più chiaro allora. Non faceva altro che pensare che tutto quello che provava per lui fosse sbagliato, frutto della fantasia. Ma quando Zoro gli prese il viso fra le mani, e lentamente, sulle ultime note della canzone, lo avvicinava a sé mischiando i loro respiri in un tutt’uno, si accorse che in fondo, era quello che voleva. Così vicini… intimi, come non lo erano mai stati. Era davvero qualcosa di magico. Come se il suo sogno più segreto si fosse avverato, quello che provava da un’infinità, ormai. Quando lo vedeva scherzare con Nami, o con qualcun altro, aveva avuto sempre l’impeto di prenderlo e stringerlo, come per dire “lui è di mia proprietà, andatevi a cercare qualche altro marimo” .
Ormai la vicinanza era di pochissimi centimetri. Ma, non se li metteva di certo a contare ora, che era completamente perso negli occhi dell’altro. Chissà che stava pensando… ad un bacio, forse? Solo con lui, in quel momento, e nessun altro, mai. Ma quanto tempo stava durando? Quella testa d’alghe lo voleva baciare?
Purtroppo, però, quando la canzone finì, Zoro si staccò immediatamente, come se si fosse appena reso conto di quello che stava facendo. E proprio come un brutto sogno, Sanji rimase lì, ad aspettare qualcosa che non sarebbe mai successo. L’abbraccio si sciolse, e quella stretta divenne un intreccio di mani, che piano piano si allontanarono, nell’imbarazzo più totale.
-Scusa, mi sono fatto trascinare, un po’ troppo.- disse Zoro, che si portò un braccio dietro la testa, con fare imbarazzato.
-Ma no, non scusarti, facevamo pratica, no?- quelle parole sembravano del tutto naturali, ma in realtà a Sanji erano costate molto.
Cosa pensava? Che a Zoro potessero piacere i maschi? Che gli potesse piacere lui? Solo una fantasia, nient’altro.
Decise di andare via, così da alleggerire e non prolungare quell’imbarazzo che si era creato.
Fece appena due passi, quando sentì una mano bloccargli il polso.
-Sanji, io…-
-Si?-
-Niente. Grazie per… emh… la “lezione”-
-Ah… figurati!- disse con un’alzata di spalle.
Adesso era pronto ad andare, ma la solida presa di Zoro, non sembrava volerlo lasciare.
-Mi devi dire qualche altra cosa?- gli chiese.
-Si… avrei deciso con chi ballare stasera.
-Bene. Chi?-
Zoro, improvvisamente, si inginocchiò, e portò una mano aperta davanti a sé.
-Vorresti… emh, essere il mio cavaliere?-
Sanji rimase un attimo spiazzato, prima di poggiare la sua mano in quella aperta dello spadaccino.
Sospirò impercettibilmente prima di rispondere:
-Sarebbe un onore.-
Zoro, che aveva chiuso gli occhi, come se avesse paura della risposta, li aprì e gli concesse un sorriso a mezza bocca.
-Andiamo allora.-
Sanji venne preso per mano, e accompagnato fino all’entrata del locale.
-Va bene, ma se qualcuno chiede, ricorda: eravamo tutt’e due ubriachi persi.- disse ridacchiando.
Rise anche Zoro, prima di aggiungere:
-Ah, Sanji, un’ultima cosa…-
-Uh?- chiese quest’ultimo, domandandosi che cos’altro poteva succedere, in quella serata al contrario.
Ma ogni dubbio sparì, non appena sentì le labbra di Zoro posarsi sulle sue, in un dolce bacio.