Era un pomeriggio come gli altri sulla Sunny e, come di consueto, la navigatrice della ciurma di Cappello di paglia si trovava all'interno della biblioteca della nave, intenta a disegnare alcune mappe delle ultime isole esplorate, con la sola compagnia di una tazza di tè fumante e di un dolce ai mandarini, fatto dal cuoco della ciurma appositamente per lei.
Quello era uno dei pochi giorni in cui sembrava che quei casinisti che si ritrovava come compagni avessero deciso di fare i buoni e di lasciarla lavorare in pace: infatti, di solito, era costretta a fare loro da babysitter ‒
e un giorno avrebbe preteso che quegli idioti la pagassero profumatamente per questo.Mentre era intenta a studiare degli appunti che aveva preso riguardo le coordinate di un'isola che aveva intenzione di disegnare di lì a poco, sentì la porta alle sue spalle aprirsi: all'inizio pensò si trattasse dell'archeologa che, avendo finito la lettura di uno dei suoi libri, fosse tornata per rimetterlo al suo posto e per prenderne un altro; una volta giratasi per controllare, però, si trovò davanti la faccia dello spadaccino ‒
stranamente tendente al color pomodoro.«Che ci fai qui, Zoro?»
«E-ecco, io... Io avevo bisogno di dirti una cosa...» disse il verde, abbassando lo sguardo e grattandosi dietro alla nuca con fare imbarazzato.
Cos'era quello strano atteggiamento da parte sua?
Lui era sempre cinico ed indifferente di fronte a tutto e a tutti, e ora era lì, davanti a lei, che si comportava quasi come un bambino che sta per confessare i propri sentimenti a chi gli piace.
No, non poteva averlo pensato
sul serio. Quasi non si mise a ridere per lo stupido paragone che la sua mente aveva fatto.
«Forza, parla. E in fretta, anche: non ho tempo da perdere, voglio finire questa cartina entro stasera.»
«Beh, ecco, t-tu... Tu mi piaci!»
...
Forse non aveva sentito bene.
Anzi,
sicuramente non aveva sentito bene. Avrebbe dovuto farsi visitare da Chopper al più presto, perché l'udito le stava iniziando a giocare brutti,
bruttissimi scherzi.
Nonstante questi pensieri, non potè fare a meno di iniziare a balbettare e a sudare freddo vedendo l'espressione assolutamente seria che aveva il volto di Zoro in quel momento, soprattutto visto che quello strano colorito non solo non era sparito, ma si era addirittura fatto più evidente.
Altro che lei, era lo spadaccino a dover andare a farsi visitare! Non era possibile che provasse davvero
questo per lei, non l'aveva mai mostrato in nessuna occasione!
«Z-zoro, ma sei ubriaco o cosa?!»
«Non sono ubriaco, sono serissimo! Non ho mai provato una cosa del genere per una persona
prima d'ora, tu sei l'unica in grado di farmi sentire così...»
Le stava iniziando a girare la testa. «Così
come?»
Se possibile, il viso dello spadaccino diventò ancora più rosso di prima.
«Beh, vedi... Vorrei stringerti a me e non lasciarti andare mai più, baciarti, tenerti sempre accanto...»
Zoro, intanto, si era avvicinato al viso della navigatrice che, dal canto suo, era letteralmente paralizzata dallo shock.
La sua bocca e quella di lui si stavano avvicinando sempre di più e lei era bloccata da una forza misteriosa di cui non riusciva a capire la provenienza. Non poteva star succedendo davvero.
Assolutamente no.
No, no, no, NO!
«NO!»
Nami si svegliò di soprassalto, sudata e col fiatone. Si guardò intorno: era nel suo letto, nella stanza delle ragazze, e, soprattutto, l'unica persona che le era vicina era Robin, ancora dormiente.
«Era solo un incubo...» disse, prima di lasciarsi andare ad un sospiro di sollievo.
Avrebbe smesso di lavorare sulle sue mappe fino a tardi, viste le conseguenze ‒
e, naturalmente, avrebbe anche pestato a dovere Zoro per aver osato entrare nei suoi sogni, questo è poco, ma sicuro.Dato che non riusciva più a riprendere sonno e che, a occhio e croce, quello era l'orario in cui Sanji iniziava a preparare la colazione per la ciurma, decise di alzarsi e di andare in cucina per farsi preparare una camomilla o qualsiasi altra cosa che l'avrebbe aiutata a dimenticare quell'incubo assolutamente
orripilante.
Il solo costrutto mentale ''
Zoro+corte+Nami'' la raccapricciava alquanto, se poi a ciò si aggiungeva il ricordo dello spadaccino mentre diceva certe frasi sdolcinate...
Oddio, che visione
orrenda.
Non che non gli volesse bene, sia chiaro: erano pur sempre compagni di avventura. Ma da qui ad arrivare ad amarlo ce ne voleva.
A chi potrebbe mai piacere un'idiota del genere, buono solo a dormire e a scolarsi litri e litri di sakè?
Non ebbe nemmeno il tempo di finire questi pensieri che era già arrivata di fronte alla porta della cucina. Una volta aperta, si trovò davanti lo spadaccino che, sebbene ancora mezzo addormentato, abbracciava Sanji per la vita cercando di baciarlo e il cuoco che, invece di cercare di allontanarlo, aveva il viso rosso come un peperone.
Beh, forse qualcuno a cui piacesse quell'idiota c'era.[Angolo della pseudo-autrice]Pensavate fosse una ZoNami, eh? Invece no!
Il giorno in cui dirò che quei due si amano sarà quando mi cadrà un meteorite sulla capocchia che mi stordirà a tal punto da farmi sparare cazzate! è____é
Come se ora non lo facessi.Comunque, questa è la mia primissima ff, quindi se avete qualcosa da ridire, ditemelo e vi ascolterò.
Edited by -Connie- - 12/3/2012, 20:51