{ Rimescoliamo le Carte }, ZoroxSanji // Rating Misto

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FunnyPirate
view post Posted on 12/10/2011, 13:18




Bella Bella BELLLA BELLLAAAA!!
Oh... scusa un attimo...
Sanji (sempre quello che vive dentro di me) : pssspsss...
Me: Ah... capito.
Vampiraker, ha detto Sanji che è geloso di Saga :P
Sanji: CHE COSA??? Non è vero V.V
Me: Siiii!! gelosone!
Sanji: >.>
p.s. ahahah, ricciolo inutile! Questa mi è piaciuta! <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3
 
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Kerena93
view post Posted on 12/10/2011, 16:51




Me sale sul leggio (si proprio sopra il leggio perchè sono tappasennò nessuno mi vede), apre le braccia con aria importante e, dopo aver intonato un'omelia agli autori di ff, proclama con voce tonante:
Si ricordi, è importante spronare i nuovi scrittori con vivaci commenti e dato che la ff di Funnypirate è deliziosamente finita io, me sottoscritta medesima, giuro di impegnarmi solennemente a scassare i maroni con una serie di AGGIORNA AGGIORNA AGGIORNA sostenere amichevolmente Vampi-chan ad ogni singolo capitolo, affinché riesca ad aggiornare anche prima di adesso (anche se non ha senso) al meglio questa magnifica AU per tutti i secoli dei secoli...
E COSì SIA!
Folla annoiata postsermone: AMEN!
Qualcuno dalla folla annoiata postsermone: ma crepa!
Me guarda il poveraccio, sorride caritatevole e con lentezza proclama: grazie a quel simpatico omuncolo ora voi resterete qui a sorbirvi i miei scleri ancora per otto ore...
Tutti: COSA!?
me: nove ore... qualcun'altro?
Folla: .... cri cri cri cri cri cri ....
me: molto bene... iniziamo....
Inizia il nuovo sermone e come un sol uomo, mentre me non guarda, folla trucida il miserabile pezzente colpevole di parlato...
Come si dice .... c'est la vie!
ah già e poi AGGIORNA AGGIORNA AGGIORNAAAAA!
 
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~ Vampiraker
view post Posted on 12/10/2011, 18:38




ODDIO MIO SANTO XDDDD ahahahahhahahaha ma quanto siete MOE XD.
Sono scoppiata a ridere al tuo sermone, Kerena93! x°D.
Giuro, mi hai fatto morire!!! -infatti ora sto scrivendo dall'oltretomba ò___ò BUAHAHHA XD-.
E FunnyPirate sei davvero troppo buona, grazie. Sinceramente aspetto una nuova tua ff perché ne ho bisogno ;D.
Siete tutte troppo gentili *\\\\*... entro domani posterò il nuovo capitolo.
Forse anche sta sera se vado a scrivere ora.
...
VOLO <3.
Grazie <3
 
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~ Vampiraker
view post Posted on 12/10/2011, 20:44




{ Spazio dell'Autrice }

Ecco il 4° capitolo!! Grazie a tutte per i commenti *___*
Buona Lettura!!





{ Rimescoliamo le Carte }

*** Capitolo *:
Questione di Elettrostatica.






Se qualcuno mi spiega questo tempo, gli dedicherò una statua. Mentre ieri c’erano nuvoloni e un vento ghiacciato che pareva essere in una tormenta di neve, oggi, non solo c’è il sole (con qualche nuvola bianca che lo copre di tanto in tanto), ma fanno oltre 30°C. Con la mia solita manopola girata al contrario, ho messo la felpa più pesante che avevo, credendo il contrario, quindi adesso sono sotto il cortile di scuola, con un caldo boia e nessuna voglia di entrare. Stupida sfortuna. Stavo pensando di manomettere la campanella, ma non penso avrei avuto buoni risultati, così, mi tocca aspettare.
Sono seduto sul muretto bianco intorno al cortile e sto cercando di non morire bollito, arrangiandomi e tirando su le maniche come posso. Il mio zaino è abbandonato ai miei piedi e dei miei compagni ancora non c’è traccia, quindi sono solo. Alzando lo sguardo scorgo, tra le decine di persone qui in mezzo, Saga, che sta ridendo e scherzando con alcuni amici dell’altra classe.
Ha il braccio fasciato e tenuto fermo da una stecca che gli ho malamente sistemato ieri sera. Si sta massaggiando la nuca con fare colpevole. Sicuramente si sta inventando delle scuse per quelle sue ferite. Il labbro non è migliorato molto, ha ancora una brutta ferita marrone scura (probabilmente sangue incrostato) che non è un bel vedere. Ieri sera se n’è andato a mezzanotte e mezzo e mi è arrivato un messaggio del suo arrivo a casa intorno alle 2. Diceva che era tutto tranquillo e che stava già meglio.
Sospiro un pochino e mi ritrovo a sorridere. Ieri sera è stata un’impresa curarlo. Non si stava mai fermo, e già non sono pratico di mio, se poi ci si mette lui… comunque sia, l’ho convinto a farsi visitare da Chopper, il medico della scuola. È molto giovane (mi pare abbia qualcosa come 15 anni?!) eppure già si è rivelato un genio delle arti curative. A dire il vero lui è l’apprendista del vero medico, ma o c’è uno, o c’è l’altro, per una cosa del genere va comunque sul sicuro.
Meglio così.
Lo vedo girarsi e mi saluta con un cenno della mano. Gli altri, intorno a lui si voltano nella mia direzione e mi fanno un cenno di ringraziamento. Probabilmente gli ha detto che l’ho aiutato. Che bisogno c’era?
Ricambio il saluto con un cenno della mano e con una linguaccia, prima che un’ombra non mi ripari da questo caldo insopportabile. Alzo la testa, sperando di ritrovarmi davanti alla faccia sorridente di Rufy, ma sono catturato da un occhio d’onice e un ricciolo alquanto strano.
-Ma sei scemo? La felpa con questo caldo?-.
Ovviamente, al contrario di me, Ricciolo inutile indossa una perfetta camicia bianca e pantaloni neri, con poggiato sulle spalle una specie di giacchetto nel caso dovesse far freddo. Insomma è molto più preparato di me.
Cominciamo bene.
-Ma tu hai sempre da criticare?! Ho la felpa ok? Problemi?-
-Si, mi stai facendo venire la rosolia solo a vederti-
-Allora non guardarmi, chi te lo chiede?- domando, mentre lo vedo spostarsi e mettersi seduto a gambe incrociate accanto a me.
Non risponde, prende semplicemente il suo pacchetto di sigarette da dieci, ne sfila una e se la porta alle labbra, accendendola. Prende un respiro e butta fuori il fumo. Lo fa con una tale naturalezza che mi sembra quasi normale, fumare, prima che però una folata di smog mi venga contro. Sbuffo.
-Potresti andare più in là?! Mi stai intossicando-
-No- mi dice lapidario, facendo un’altra tirata.
-Dove sono gli altri?-
-E che ne so io?-, rispondo come al solito. Poi sbuffo, meglio evitare di cominciare la giornata litigando. –Perché li cerchi?-
-Dobbiamo discutere di un problema di fisica per oggi. C’è qualcosa che non ci quadra, né a me, né a Nami, né a Bibi-
-Che tristezza…-
-A noi non importa. Tanto oggi interroga te-.
Un brivido mi percorre la schiena dalla testa ai piedi. Rimango pietrificato per un istante, poi mi volto verso di lui.
-…Come scusa?-.
-Non hai letto gli ultimi messaggi di ieri sera, vero?-, mi domanda, con quell’aria innocente e apparentemente innocua, ma lo so che si sta divertendo. Sono sicuro che su quelle labbra stia per nascere un sorrisetto sadico e divertito come non mai. Ci vedo giusto, infatti, m’indica il cellulare con il mozzicone della sigaretta, ridacchiando sottovoce.
Prendo subito il cellulare e vado a controllare nella casella di chat. Tra gli scleri vari che continuano fino a mezzanotte, circa, alla fine, Nami se ne esce con:

Messaggio da: Strozzina.
Testo: Aspettate un secondo… ma sta mattina non aveva detto che voleva cominciare a interrogare dal basso? Allora di che ci preoccupiamo!! Per una volta sarà Zoro a essere interrogato per primo!
”.

Cazzo.
Lancio praticamente il cellulare dentro la cartella e prendo il libro di fisica. Non l’ho neanche tolto dal cellofan. Mi sbrigo come posso e butto pezzi di plastica qui e là, strappandola con i denti e aprendolo a una delle prime pagine a caso. Accanto a me, una risata mi dà ai nervi.
-Ma guardalo, tutto intento a sbrigarsi…-
-Cretino finiscila! Dimmi piuttosto di che parla questo cazzo di capitolo?!-
-Dell’elettrostatica?-
-Si, ma che cavolo è?!-, alzo la voce, cercando il paragrafo sul libro, eppure non c’è. Non c’è neanche la definizione di elettrostatica! Oddio sono morto. Morto, morto, morto, morto. Sotto i miei occhi passano talmente tante di quelle definizioni, lettere e formule che non ci capisco più niente. Cerco di rilassarmi, ma davvero, non ci riesco. La professoressa che ci fa matematica e fisica ce l’ha a morte con me perché mi crede un saputello, il punto è che io non ho mai fatto niente per meritarmi questo soprannome, anzi, tutto è derivato dal fatto che qualcuno ha detto per sbaglio che io ero il più bravo della classe, quando io vado bene solo in educazione fisica!
Da quel giorno è un continuo d’interrogazioni a random e votacci. L’anno scorso ho rischiato di prendere il debito con la media del 5,9 per colpa sua!!
-“L’elettrostatica è quella parte della Fisica che studia le particelle cariche in movimento”-. Mi blocco un secondo e mi volto verso di Sanji, un po’ spiazzato.
Eh?
Le sue mani vanno a sfilarmi il libro (già distrutto) e cominciano, calme e inesorabili a cercare la pagina giusta, mentre continua a dirmi cose che, piano piano, cominciano ad avere un senso.
-Si basa su due principi fondamentali. Il primo, dice che le cariche elettriche sono quantizzate e sempre multiple di una carica elementare “e” che prende il valore di 1,6022 x 10-19 Coulomb. Il secondo, dice che esiste una conservazione della carica per la quale in un sistema isolato, una carica non si crea, né si distrugge, semplicemente viene modificata-.
Si ferma un secondo e mi passa di nuovo il libro sulla pagina giusta (che poi è la prima, ma va bene…), per poi continuare.
-La formula matematica principale dell’elettrostatica è Fe = Ko x Q1Q2/ r2-.
Lo vedo sbuffare il fumo della sigaretta, prima di gettarla nel posacenere vicino al cestino. Si volta verso di me e, con un ghigno divertito, mi guarda. Lo vedo trattenere una risata, credo di avere la faccia più idiota del mondo.
-Ripeti, stupida verza-
-COSA?!-
-Lo vuoi questo 6 in fisica o no?-
Mi blocco un attimo e lo guardo con aria dubbiosa. Quel suo sguardo furbetto non mi piace per niente, ma purtroppo degli altri ancora non c’è traccia, quindi non posso neanche chiedere a Nami, o meglio a Bibi.
Possibile che mi debba fidare di questo principino biondo con un sopracciglio a ricciolo? Lo guardo un istante e in quel suo occhio percepisco tutto, meno che la sicurezza, ma sempre meglio provare. Mancano cinque minuti al suono della campanella, posso farcela… credo…
-Uhm… l’elettrostatica è una… branchia…-
-Si, di un pesce-
-Eh?!-, lo vedo scuotere la testa.
-Si dice “branca”, non “branchia”-
-Si ma stai calmo, chiaro? Non ho voglia di perdere tempo in litigi, o mi aiuti, oppure stai zitto-
-Ti sto aiutando, ma se sei scemo non è colpa mia. Forza, ora ripeti-. Lo guardo in cagnesco, ma il tempo scorre veloce, e di certo non posso trarre vantaggio da…

Un momento.
-Che cosa abbiamo in prima ora?-, domando pensando intensamente al nostro programma, cercando di ricordare che cosa avessimo, ma ovviamente quel sopracciglio mi risponde prima che possa mettere insieme qualche frase.
-Geografia Astronomica… perché?-, mi chiede di rimando. Sento il suo sguardo improvvisamente curioso e confuso su di me. Me ne compiaccio. Un ghigno divertito mi si piazza sulle labbra piano piano mentre mi alzo in piedi.
-Oi, insalatiera, che stai facendo?-
-OOOOI! SAGAAAA?!-, lo chiamo, alzando la voce. Oltre a lui si girano circa dieci o quindici persone fuori dal gruppo, ma non me ne frega.
-Che ti strilli?!- sento Sanji irrigidirsi e ridacchio tra me e me. Oh si, funzionerà, funzionerà sicuramente. Incrocio lo sguardo del mio compagno di banco e mi fa un cenno come a chiedere cosa volessi.
-Per oggi puoi fare a cambio di posto con questo qui???-, dico indicando verso il basso il biondino sconvolto vicino a me.
-Cosa?? Di che diavolo parli?!-.
Saga mi guarda un attimo perplesso, ma poi annuisce con un sorriso smagliante.
-Si, per me non c’è problema!-
-Grazie! Sei un amico!-.
-Ehiehiehi! No, fermo! Che è sta storia?!-. Una mano ferma mi blocca il braccio e mi tira giù, facendomi schiantare sul muretto. Mugugno dal dolore, prima di rimettermi seduto.
-Ahia… come sarebbe? Mi aiuti con fisica durante geografia astronomica, no?-
-COSA?!-
-Eh già…-
-Non ne ho la minima intenzione!-. Metto il broncio. Oh no, questa me la deve! Mi sporgo e lo blocco per la vita, cercando di rimanere in equilibrio tra il muretto, il vuoto e il suo corpo che man mano tenta di allontanarsi da me.
-Mollami. Subito!-
-No, non lo farò-
-Spiegami perché mai dovrei aiutarti!-
-Perché… insomma… buon senso?-, domando stringendolo così forte da sentire un sussulto provenire dalla sua gabbia toracica. –Mi fai male, cretino!-. –Non ti costa niente darmi una mano, per una volta!-.
-Non ci guadagnerei nulla!-. Alzando lo sguardo, riesco a scorgere il suo occhio che mi guarda omicida. Poggio il piede destro per terra e spero che in tutti i modi, il sinistro non mi abbandoni proprio ora per non cadere e fare la figura dell’idiota. Non appena torvo un equilibrio mollo la presa e lo lascio andare. Lo vedo barcollare in avanti e ritrovare l’equilibrio pochi passi dopo. Si volta a guardarmi e c’è di nuovo sorpresa sul suo viso.
Lo lascio stare, tanto non cambierà mai. Né lui. Né io, né questo nostro stupido atteggiamento.
Mi volto indietro, prendo lo zaino e mi avvio verso la porta della scuola. La campanella è suonata da qualche minuto ormai, e neanche me ne ero reso conto, se non quando una folla di primini ha cominciato a invadere lo spazio vitale dei bidelli.
Gli passo accanto ma faccio finta di non vederlo. È invisibile, non esiste, non m’interessa.
-Scordati qualsiasi favore in futuro- gli dico lapidario, mentre salgo le scalette e me lo levo dalla vista. Non ho la minima idea di come fosse la sua faccia, ma dubito che gliene importi qualcosa, sinceramente.
Comincio a farmi largo tra la folla di ragazzini e salgo in aula.


-Roronoa! Ma come? Sei il primo?-
-Così pare…-
-Va bene, va bene caro, siediti e aspetta gli altri, vado a prendere il registro di classe giù!-
-Si-.
Bah. La prof di geografia astronomica è la più strana, nonché la più presa in giro da tutti, me compreso. Mi siedo all’ultimo banco, lancio lo zaino ai piedi di esso e apro in fretta e furia il libro di fisica. Oddio… e ora che faccio? Ho sprecato pure quei cinque minuti preziosi fuori da scuola per quel tipo!
Che strazio…
Prendo un foglio qualsiasi e comincio a ricapitolare:

1) L’elettrostatica è una branca (non branchia!) della fisica che studia le cariche ferme.


Già ho un dubbio: perché, le altre si muovono? Bah.

2) Si basa su due principi… il primo dice che le cariche sono… legalizzate (?! Forse saranno state abolite da altri stati, chi lo sa…), e sono sempre multiple di una carica chiamata “e”, che è pari a… 1,6022 x 10-19 Culomb.


E fino a qui tutto okay.

3) La formula matematica su cui si basa tutta l’elettrostatica è:
Fe = Ko Q1Q2/r2


Si, era questa, c’è scritta anche qui sopra…
-Ehilà, Zoro! Che stai facendo?-. Faccio un salto alto quanto una casa a quella voce stridula nell’orecchio. Alzo la testa e di fronte a me c’è un naso lungo tanto quanto l’iceberg che ha affondato il Titanic. Sospiro rassegnato. –Ciao, Usopp…-
-Quella è fisica?-
-Già…-
-Oh, ah ma allora hai studiato per oggi! Dai non andrà tanto male!-
-A dire il vero ho appena tolto il libro dal cellofan…-
-…Vabbé dai, punta al sei su!-
-Già… ma gli altri?-
-Oh, non hai letto tutti i messaggi? Nami e Bibi hanno le selezioni di corsa e Rufy entra in seconda ora-
-Come mai?-
-Aveva sonno…-
-Oh…-
-Mi ricorda tanto qualcuno!-
-Ehi!!-
-Dai, dai, non te la prendere su! Scherzo! Piuttosto, posso sedermi vicino a te? Non mi va di stare da solo!-, mi prega con due occhi pieni di lacrime come una cisterna d’acqua. Ridacchio e faccio per dirgli di si.
Poi però qualcosa mi fa cambiare idea, ossia l’entrata in classe di una dolcissima ragazza dai capelli biondi e una siluette niente male. Faccio il vago prima di poggiare la testa sul palmo della mano destra.
-Io ti direi anche di si… tuttavia penso che tu dovresti andare a fare compagnia a Kaya- gli dico sinceramente indicandogliela con un cenno del capo, mentre lei ci saluta con un cenno e va a sedersi al suo posto, tre banchi avanti a me (e quindi uno di distanza da Usopp). Kaya è una carissima “amica” di naso lungo, anche se secondo me c’è dell’altro sotto. Infatti tutta la scuola suppone che tra loro ci sia un vecchio debole che sia riaffiorato dai giorni passati insieme nell’infanzia. Purtroppo gli unici che non se ne sono accorti sono proprio loro due. Devo dire che mi sta molto simpatica. È dolce, carina e soprattutto sempre disponibile ad aiutarti. Non come un certo biondino di mia conoscenza.
Sul volto di Usopp passano tantissime emozioni. L’ultima che riesco a carpire è un forte imbarazzo, ma anche una certa felicità. –Tu… tu credi?-, mi chiede improvvisamente insicuro. Io scrollo le spalle, annuendo. –Bah, secondo me si, è una cosa fattibile, no?-.
Quello che vorrei dirgli in realtà assomiglia più a qualcosa come: “Non ti rendi conto che ti muore dietro, testa d’incapace?! Muoviti e vai da lei! ”, ma ovviamente non glielo dico, più per i confronti di Kaya che di Usopp.
Purtroppo però mi devo sbrigare a convincerlo, perché anche altri compagni di classe stanno entrando. –Sbrigati, oppure ti ruberanno il posto, cretino!- gli dico, lanciandolo con una spinta vicino a lei, prima che qualcosa potesse andare storto. Odio perdite di tempo del genere. Sospiro e finalmente posso tornare a fisica. Dunque, dicevo? Ah, sì, devo andare avanti e leggere.
Passo alla pagina dopo, do una letta veloce e cerco di trarre il succo di quello che sto leggendo, ma non mi pare una cosa facile.
Passano diversi minuti nei quali cerco disperatamente di fare il punto della situazione, ma sono confuso e l’agitazione non mi aiuta per niente.
-Allora, ragazzi, aprite il libro a pagina 12, che si comincia! Parliamo delle stelle, dunque, dove c’eravamo fermati l’ultima volta?-. Sobbalzo. Come, di già?.
Alzo lo sguardo e noto che siamo tutti entrati (o quasi) e che già stanno tutti ai loro posti. Sospiro e qualcosa mi cade sul braccio. Un libro?
-…Saga, da quando porti i libri a scuo…- una frase che mi rimane in gola e mi va anche di traverso, visto che comincio a tossire come un ossesso, tentando di sputare qualcosa di ignoto e di riprendere fiato.
-Verza, finiscila, altrimenti ci rimani secco-, mi sussurra il biondo accanto a me. Ritrovata l’aria che mi serve per non farmi diventare viola, respiro per un po’, prima di sussurrare la frase più idiota che mi viene su quel momento.
-Che cavolo ci fai tu qui?!-
-Non mi hai chiesto di aiutarti?-
-Pensavo fossi stato chiaro prima, non m’interessa più, non ho bisogno di gente come te. Dov’è Saga?!- domando subito guardandomi intorno e trovando quel fesso al posto di Sanji, come sarebbe dovuto essere, infondo. Incontro il suo sguardo e lo vedo sorridente farmi il segno della V di vittoria.
Un brivido mi sale sulla schiena. Oddio, che Saga abbia capito male…?
Un pizzico sul braccio destro mi fa tornare alla realtà e alla chioma bionda che ho accanto.
-Ormai sono qui. O ti aiuto, oppure ti disturbo e non ti faccio aprire libro-.
Il suo occhio scoperto mi fissa con un’intensità che mi pare oltre che irreale, quasi esagerata. Che gli prende tutto insieme, adesso? Lo guardo male, mentre decido sul da farsi. So di avere bisogno del suo aiuto, ma già è stato difficile ammetterlo la prima volta, figurarsi dibadirlo!
-Ehi, questo cos’è?-
-Eh?-
Neanche me ne sono reso conto. La sua mano è scivolata velocemente tra le mie mani e ha preso il mio foglio di appunti riassuntivi, cominciando a scorrere con gli occhi le righe che ho buttato giù. Credo di essere diventato di un color rosso acceso, perché sento il sangue correre veloce sul mio viso. –Ridammelo!-
-Oddio no, non puoi averlo scritto sul serio… “legalizzate”? E che sono? Droghe leggere?- mi chiede scoppiando in una risata silenziosa, portandosi la mano davanti alla bocca per non farsi sentire. Non che la prof possa vederci, visto che altri 2/3 della classe stanno chiacchierando per fatti loro, quindi…
Comunque non è questo che m’interessa!
-Non ci ho capito niente, sei tu che non ti sei spiegato!-
-Ma finiscila… sei tu che non capisci, scemo! È quantizzate, non legalizzate. Dà qua, ci penso io-.
Con mano ferma e velocità, lo vedo afferrare una penna e correggere tutti i punti che avevo sbagliato, aggiungendone altri, che avrei dovuto imparare poi durante il corso della lezione. Ammetto che, vederlo qui accanto a me risulta strano. Raramente abbiamo un contatto diretto, già quello oculare ci dà fastidio, figurarsi quello fisico. È come se stessimo all’interno di due bolle d’acqua, che non possono avvicinarsi troppo per paura di rompersi e svanire nell’aria.
Ora ci siamo avvicinati in maniera mostruosa e lo percepiamo tutti e due. Qualcosa dentro di noi segnala il pericolo crescente. Sapete tipo le sirene dei film d’azione? Ecco, uguale.
-Tieni, testa d’alghe, impara questi per la fine dell’ora e raggiungerai pure il sette-, mi dice dopo qualche minuto di scribacchio, porgendomi tre fogli completamente pieni, avanti e retro. Sbianco. Non ce la farò mai, ma almeno ci provo… così, comincio a darmi da fare, leggendo sempre più scrupolosamente quella scrittura così diretta e stranamente comoda da vedere e da leggere. Pare leggiadra, fatta appunto per essere letta.
Faccio appena in tempo a finire il tutto tre volte e sto per iniziare la quarta, quando la campanella suona la fine della prima ora. Un brivido mi attraversa la schiena e chiudo gli occhi d’istinto. Cacchio.
-In bocca al lupo!!!-. Alzando la testa, vedo Usopp sbracciarsi per farmi sorridere. Sbuffo e annuisco, tanto alla fine è solo una stupida interrogazione, no?
Oddio, non ne sono tanto convinto, la prima impressione è sempre quella che i professori tengono in considerazione. Speriamo di non andare sotto il sei.
Saluto Rufy che è entrato in seconda ora ed ha ancora la faccia assonnata. Mi lancia un cenno sbadigliando un: “’Ona ‘una” e poi accetto il mio destino.
Un destino che arriva con falcate pesanti e lente. Molto lente. Da dare il nervoso. Un confetto enorme rosa entra dentro la classe e tutti ammutoliscono all’istante a quella visione. Un po’ per lo schifo, un po’ per la paura dell’interrogazione. Non tutti sanno che dovrò andare io.
Nel silenzio più assoluto dà il cambio alla prof di astronomia e firma il registro.
Neanche alza il naso da quei fottuti fogli che sento la sua voce rimbombare per tutta la classe.
-Roronoa Zoro-, un brivido mi percorre la spina dorsale, facendomi sussultare. Lo sapevo. Lo sapevo cavolo.
Alza i suoi occhi brillanti e assetati di sangue, il mio sangue, puntandoli su di me, poi apre le labbra crespe e il suo verdetto finale viene stabilito.
-Comincia a parlare-




***End Part Four*






Edited by ~ Vampiraker - 17/10/2011, 20:24
 
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FunnyPirate
view post Posted on 13/10/2011, 17:26




AAAAH che stron** sta prof! Meno male che la mia di mate è mooolto meglio.
Gran bel capitolo Vapiraker!! (oddio spero di nn ripetertelo ad ogni capitolo, ma mi piacciono un sacco!!!!)
Eh? Che è sta cosa?? Ci lasci così D:
Dai tesra muschiata siamo tutti con te!!! PEPPEREPèèè!!!
*Arrivano le cheerleader a fare il tifo*
Sanji: Ma che dici? >.>
Me: Zitto tu, da quando dai ripetizioni di fisica??? Io te le chiedo e mi dici di no, eh? Le dai solo a Zoro >.<
Vabbè, dai... come si dice? C'est l'amour! ^^
P.S. sto già scrivendo un'altra FF non ti preoccupare!!! spero ti piaccia ^^
 
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~ Vampiraker
view post Posted on 13/10/2011, 19:57




Ehiii ciao scusa, sono appena arrivata da cinque ore di intenso studio X___X.
Grazie come al solito dei commenti, mi fanno davvero troppo piacere! E comunque sia, ho letto il primo capitolo, ti supplico posta il secondo che sono troppo troppo curiosa *___*, e poi mi piace tantissimo! Così moe e pucci <3.
O dovrei dire carini e coccolosi? X°D.
Spero che entro domani sera riesca a postare il quinto capitolo. Ho le idee in testa ma ho un sacco di interrogazioni...
-Tra l'altro domani ho il compito di fisica sull'elettrostatica XDDDDDD-.
 
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Kerena93
view post Posted on 13/10/2011, 20:29




concordo con Funnypirate su due punti:
1#si schiarisce la voce per circa mezz'ora# VAI ZORO SIAMO TUTTE CON TEEEEEEE! (soprattutto un certo torciglio nelle ultime file ... anche se al momento ancora non lo sa!^_^)
2#afferra ventaglietti con su scritto "abbasso le verifiche" e "vai Vampiraker sei forte", sale sulla scrivania e davanti a un pc scandalizzato comincia a tifare stile Hannyabal ad Impeldown!# VAI VAMPY! VAI VAMPI! SEEEEI TUTTE NOI!
e in bocca al lupo (ma ti prego risparmia Jabuchan!)
Comunque ti capisco, io sono bloccata con una relazione stile alba dei tempi che non finisce più, non sono sneanche a metà ed ho la scadenza dopo domani yaargh!
#me torna sotto con studio#
ci vediamo al prossimo capitolo... cioè presto mi raccomando e ancora ... buona fortuna!
ah già ... AGGIORNA AGGIORNA AGGIORNAAAAAA ... lo avevo promesso hai miei fedeli non posso deluderli!
 
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FunnyPirate
view post Posted on 14/10/2011, 13:49




xD a proposito di interrogazioni a tradimento ç_ç
Comunque tra poco posto la seconda parte (che ho già pronta) ma aspetto un altro pò perchè devo farvi soffrire muahahahah
(ovviamente scherzoo!!! <3)


p.s. nella FF Rubber e Usopp sono seduti nel mio stesso banco in classe ç_ç
AAAAH! Mi ero dimenticata di dirti una cosa...
aspè... te l'ho già detto che è una forza questa storia? Si?
Ah, allora niente ^^
Voliooo leggere il seguito... :Q__________
 
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~ Vampiraker
view post Posted on 16/10/2011, 16:43




{ Spazio dell'Autrice }

Olé!
Scusate il ritardo ma nel week end non sono mai troppo libera ^^'''... come sempre vi ringrazio per i commenti e non vedo l'ora di leggere il continuo della tua storia, FunnyPirate *___*.
Bene, adesso posterò ben due capitoli. Da qui la piega del gioco comincia a farsi appena appena più interessante, poi probabilmente ci sarà un salto temporale (più che altro perché altrimenti vi annoierei X°D). Ah! Fatemi sapere se leggete bene quello che scrivo con i font speciali, altrimenti li tolgo e metto quelli semplici -anche se quelli speciali sono così fighi ç___ç- XDDDD

Perfetto, vi ho dato tutti gli input!

Si aprano le danze <3
Buona lettura!!





{ Rimescoliamo le Carte }

*** Capitolo **:
Il quaderno del Cazzeggio.





Un completo disastro.
Mai preso voto peggiore di questo e non credo che mai ne prenderò. Sono così depresso che penso potrei buttarmi di sotto dalla finestra e ne sarei contento, tuttavia mi trattengo e sospiro, evitando di alzare la testa dal libro di inglese. Tra l’altro, manco è il mio, è di quel saccentone sopracciglioso che mi sta accanto.
A dire il vero la prima parte dell’interrogazione non è andata così male… cioè, mi ha chiesto cos’era l’elettrostatica e su cosa si basava… poi è partita per una strada tutta sua che nessuno di noi ha capito. Non l’ho più seguita. Mi ha chiesto la definizione e la dimostrazione del teorema di Gauss. Io neanche sapevo che esisteva uno con questo nome, figurarsi supporre che aveva un teorema!
Alla fine mi ha messo 4-, perché per quella parte ho fatto praticamente scena muta. Ho preferito non parlare piuttosto che sparare cavolate. Ho apprezzato il fatto che Rufy, Usopp e persino il principino hanno tentato di aiutarmi come potevano. I primi due suggerendomi le formule possibili andando avanti con i capitoli. Dato che loro non le trovavano era Sanji a passarmele per loro conto.
Tornato al posto, non ho detto una parola. Sarei anche riuscito a prendere un 6 risicato, ma lei ha fatto la stronza, quindi ho perso 1 a 0. Se penso che poi mancano ancora due ore… allora mi viene proprio il mal di stomaco.
Qualcosa mi tocca il gomito, poggiato malamente sul banco. Mugugno, riconoscendo un pallido tentativo di quel principino di chiamarmi. Volto appena la testa, giusto per permettermi di vedere la sua folta chioma ricadere sul suo occhio sinistro. Prima che possa dire qualcosa, mi blocca e mi passa un quaderno. Alzando la testa e guardando la copertina, riconosco che è il mio quaderno del cazzeggio.
Quindi?
Torno su di lui con aria interrogativa e mi fa segno di aprirlo. Non parliamo semplicemente perché la prof sta interrogando uno di noi e se ci becca, finiremmo al suo posto. Tanto vale non fare rumore. Apro il quaderno con svogliatezza. Nella prima pagina, sotto la nota che ho scritto ieri a proposito del “buttare di sotto la professoressa”, c’è una frase, dopo un po’ di spazio.
Riconosco la calligrafia del sopracciglio e leggo confuso.

Non te la prendere. Hai tutto l’anno per recuperare.

Cos’è questo tentativo di tirarmi su di morale?
Sospiro, prendo una penna al volo e rispondo velocemente.

Parli bene tu che sei il cocco dei professori…


Glielo ripasso, spostando il libro per non fare rumore. Tutti, nella classe sono tesi come corde di violino. Persino Usopp e Rufy non fanno più di tanto casino. Sarà perché sta interrogando uno dall’altra parte della classe, ma sinceramente non mi sento tranquillo. Voglio evitare di prendere un altro votaccio.
Mi riviene passato il quaderno.

Hai paura di quello che può dirti tua madre?

Cazzo… mia madre…
Mi passo una mano tra i capelli, quasi d’istinto. Non ci ho proprio pensato a lei…

No. Non si tratta di quello. Mia madre fa i doppi turni per far studiare me.



Gli riporgo il quaderno semplicemente per fargli leggere ciò che ho scritto, prima di finire la frase. Non so neanche perché gli sto rispondendo. Forse perché sono talmente demoralizzato che se non parlo con qualcuno implodo.

E poi e’ umiliante! Non l’abbiamo neanche fatta quella roba. Ce l’ha con me e basta.



Gli lancio praticamente il quaderno e lui lo prende senza battere ciglio, leggendo l’ultima frase che ho scritto. Nel suo sguardo leggo prima un accenno di tristezza e poi un qualcosa che non riesco a decifrare bene…
La sua mano prende la penna e scrive veloce come una saetta sulle righe bianche. Quando mi viene restituito il tutto leggo la parte sotto alla mia risposta.

La prossima volta allora leggi i messaggi della chat, testa d’alghe -__-


Non so perché, ma invece di arrabbiarmi, mi scappa solo un semplice, piccolo ghigno. Faccio spallucce, rispondendo velocemente.

Ci provero’.



Vorrei scrivere altro, ma sono indeciso se farlo o meno. Sospiro. Bé, dopotutto glielo devo… credo.

Comunque grazie.



Spingo il quaderno per la copertina e glielo poggio davanti con lentezza. Non mi aspetto altro se non qualche risatina, quindi poggio la spalla contro il muro e guardo fuori dalla finestra. Il cielo è tornato nuvoloso, ma molto di meno rispetto a ieri. Almeno oggi si vedono spiragli di sole che tentano di sorpassare le nuvole biancastre che ci sorvolano. È un bel panorama, non c’è che dire. Certo, conosco un posto dove sarebbe ancora più bello vedere certi panorami, invece che stare qui dentro, dietro banchi di legno a dover studiare cose che nessuno di noi dovrà utilizzare più, una volta usciti da qui.
Secondo me ognuno dovrebbe scegliersi le materie da fare, un po’ come all’università, a seconda di cosa vuole fare da adulto. Sarebbero tutti più felici di certo, e tutti sarebbero più bravi.
Chissà se mio padre apprezzerebbe ciò a cui sto pensando ora. Non saprei dire. L’unica cosa di cui sono contento è che papà non abbia dovuto vedere i miei insuccessi e il fatto che non mi ha visto cadere di continuo, soprattutto in questi otto anni.
Da quando lui non c’è più, io e la mamma abbiamo lottato duro per cercare di vivere una vita… normale. Nei primi tempi era dura, quasi insopportabile direi. Più di una volta è dovuta andare da uno psicologo, e più di una volta l’ha dovuto cambiare.
Ho sempre odiato quella categoria. Secondo me sono semplicemente dei cialtroni che si permettono di aprire bocca sui tuoi sentimenti. Dicono che aiutano le persone ad aprirsi, ma di certo non lo hanno fatto con mia madre. L’ho vista pian piano rinchiudersi in un guscio protettivo dalla quale ha cominciato ad uscire solamente tre anni fa circa. Penso che ad aiutarla sono stati persino Rufy e gli altri. Di tanto in tanto venivano a casa e facevamo un po’ di casino, e mia madre era sempre così allegra e sorridente che ero tentato di farli venire tutti i giorni.
Fortunatamente adesso sta molto meglio, anzi, ha quasi superato del tutto il trauma, anche se rimarrà una cicatrice indelebile. Ha messo su anche qualche chilo, il che è fantastico, visto che sembrava uno scheletro, qualche anno fa. Ora è più rosea e vive meglio la vita. Ha anche fatto amicizia con dei colleghi nell’ospedale. Spesso mi dice che nei week end esce con loro o almeno si fa una passeggiata.
Sembra che la vita le abbia ricominciato a sorridere. L’unica pecca sono io, come al solito. Sono una macchiolina nera su un quadro opaco che pian piano comincia a schiarirsi.
Un suono familiare mi riporta alla realtà in modo talmente brusco da farmi accapponare la pelle. La campanella sta suonando e nello stesso istante, lo scricchiolio di una sedia mi fa alzare di scatto la testa. Alla mia destra, il banco è vuoto. Sanji se ne è andato fuori. Probabilmente a fumare una sigaretta (per lui è un incubo dover star qui senza potersi uccidere i polmoni almeno due volte all’ora eh?). Improvvisamente sono circondato, e capisco anche il motivo. Sospiro, mi alzo e mi metto a sedere sopra il banco, aspettando l’arrivo del nuovo professore. Non so neanche che materia abbiamo oggi.
Di fronte a me, naso lungo e cappello di paglia mi guardano con i lacrimoni agli occhi.
-Bé? Che volete?-
-Zoro…-
-Ci dispiace tanto…-
-Mica è colpa vostra. Che c’entrate? È lei che è una stronza, no?-
-Questo senz’altro!-
-Zoro…- un’altra voce si unisce al coro. Mi volto e vedo il viso di Kaya rattristato. Sorrido un po’. –Non fare quella faccia dai… recupererò- faccio spallucce con fare disinvolto. Non mi va che persino lei stia male per me. Che poi cavolo, è solo un’interrogazione!
-Si, nell’anno del mai e nel giorno del poi-, quando mi volto, Saga mi sta guardando con fare esasperato.
-Te le scegli tutte tu le prof peggiori eh?-
-Non è colpa mia se quella ha dei problemi…-
-Secondo me non fa “cose” da tempo-, continua lui ridacchiando.
-Si, e quindi che vorresti dire?! Che io sarei il suo modo per sfogarsi?- domando rabbrividendo al solo pensiero.
-Che cosa orribile!!-
-Zoro! Sei il giocattolo sessuale della professoressa!-
-CHE SCHIFO!- sbrocco alzandomi di scatto e stringendomi nella felpa. Adesso si che ho freddo!
Tutti, intorno a me, scoppiano in una fragorosa risata. Vengo contagiato dalle risa e cerco di rilassarmi un po’. Parlerò con mia madre e le dirò che mi impegnerò di più a scuola… in un modo o nell’altro. È il quarto giorno di scuola e già ho un quattro sul registro. Chissà che al nono non avrò un bel nove??
Si, così mia madre la faccio andare in coma, altro che sette!
Purtroppo per noi la seconda campana suona, quindi è arrivato il momento di tornare ai nostri posti. Quando vado a risedermi noto il quaderno aperto. Lo prendo per poterlo mettere dentro allo zaino, quando noto un’ultima scritta. La leggo un po’ incuriosito e mi riscopro a sorridere.
Siamo davvero strani. Sia lui che io.
Credo che oggi sia l’unica giornata in cui non abbiamo litigato. O per lo meno, non troppo. In più mi ha persino aiutato a fisica. Ora questo.
La mia manopola della sfortuna è strana. Ad ogni cosa negativa che succede, ne fa corrispondere una positiva.
Cioè, non che discutere con lui sia positivo. Per carità, lo odio a morte.
Ma di tanto in tanto fa bene poter parlare senza urlare, credo…. Per lo meno con lui. Con gli altri non faccio altro che fare cacchiate e ridere.
La professoressa è entrata in classe. Sospiro, prendo i libri e li poggio sul banco. Il quaderno dalla copertina rossa, invece, rimane dentro allo zaino. Gli lancio uno sguardo e sorrido. Accanto a me, una presenza si sposta.
-Finito di fumare?-
-Già-.
Ghigno.
-Altri tre giorni di vita in meno, allora-
-Bastardo, sta zitto e vedi di non rompere i coglioni-
-Si, si, quello che vuoi-, rispondo con tono monotono, eppure mi rimbombano in testa le parole che ha scritto su quel foglio.

Non farci l’abitudine. Prego.





Non ho voglia di fare i compiti. Neanche un po’, ma li sto facendo, e stranamente mi vengono anche. Matematica non è mai stata il mio forte, come fisica, ma oggi a quanto pare, i numeri paiono sorridermi. Finisco l’ultima funzione con un po’ di fatica, ma poi posso chiudere finalmente il quaderno ed andarmi a prendere una coca cola dal frigorifero della cucina, nel frattempo, prendo il cellulare e controllo la chat del gruppo. Non si dice niente di nuovo, tranne che Rufy ha intenzione di farsi fare dei cerca persone per tutti noi.
Mi piace come idea, ma spero per loro che non mi chiamino quando ho gli allenamenti, altrimenti li cerco io, ma per ucciderli. Poggio il telefono sul bancone della cucina e prendo la cola nel primo quadrante del frigorifero aperto. Lo richiudo e la stappo. Il suo liquido frizzante mi scende giù per la gola, rinfrescandomela e facendomi sentire subito meglio.
Faccio per dare un occhiata all’orologio per vedere che ore siano quando un rumore dal soggiorno mi fa sobbalzare. Rizzo le orecchie e riconosco la porta di casa che si apre.
-Tesoro? Ci sei?-.
Una voce femminile dolce e delicata mi raggiunge le orecchie. Sorrido. Ecco, appunto.
-Proprio te cercavo-, le dico, mentre entro nel corridoio con la cola in mano, bevendone un altro sorso. La donna di fronte a me regala un sorriso e poi si toglie le scarpe, tenendole nella mano destra e poggiando la borsa sul comodino all’entrata di casa.
-Mamma mia, ho i piedi a pezzi…-, si lamenta subito e mi strappa una risatina. Mi si avvicina e, in punta di piedi, mi accarezza la testa, scompigliandomi tutti i capelli.
-Ciao caro, com’è andata la giornata?-
-Diciamo bene…-
-Come “diciamo”?-, mi chiede subito, andando a posare le scarpe dentro alla scarpiere in camera sua, in fondo al corridoio a sinistra. Si toglie il cappotto bianco e poi mi guarda con quei sue due occhi neri come la pece, cercando di trovare cosa io sto cercando disperatamente di nascondere fino all’ultimo.
Ridacchio.
-Non è andata benissimo l’interrogazione di fisica, tutto qui- le spiego finendomi la coca cola e andandola a buttare nel cestino in cucina.
Dei passi veloci mi raggiungono e sento un sospiro uscire dalle sue labbra. –Ancora? Zoro, cosa ti ho detto sulla scuola?-
-Mamma, tranquilla, recupererò. Mi ha chiesto cose che neanche sapevo!- mi difendo, voltandomi a guardarla. La vedo sistemarsi i capelli neri in uno chignon improvvisato e sedersi sul divano, sprofondandoci praticamente, per quanto è piccola.
Si, di corporatura non ho preso decisamente da lei. È piccola, magra, pare molto più giovane di quello che in realtà è. Molti la scambiano per una trentenne, ma vanta l’età di ben quarant’anni. I capelli, come gli occhi, sono neri e lisci come la seta. Ora le arrivano sotto le spalle, ma fino a poco tempo fa li aveva cortissimi, a caschetto.
Poi qualcuno, non so chi, deve averle fatto un complimento, perché da quel giorno non se li è toccati più.
In confronto a me, pare mia sorella minore, altro che madre! Forse è anche per questo che mio padre era così protettivo nei suoi confronti. La vedeva come la persona più delicata del mondo, e credo che ho sempre fatto così anche io.
Ma ho visto quanto è forte mia madre, e sono sicuro che nessuno potrà mai batterla, sotto il punto di vista emotivo.
-Quanto hai preso, signorino?-
-Ehm… 5?-
-Zoro?!-
-…Okay, 4-
-…-
-4-…-
-Zoro?!?!!-
-Recupererò, promesso!-
-Vedi di farlo, altrimenti sarà peggio per te- dice sbuffando e mettendo su un broncio tenerissimo. Scoppio a ridere e, stranamente, lo fa anche lei.
-Com’è andato il lavoro?- cambio discorso.
-Bene, stancante, ma mi sono divertita molto… e al contrario tuo ho preso un avvertimento dal capo che diceva cheeeee…-.
Ridacchio.
Ecco, sembra una ragazzina.
-Che…?-
-Che a Natale mi danno il premio, oltre che alla tredicesima!!-
-Davvero?! È grandioso!- le dico sfoderando il miglior sorriso che possiedo. In parole povere arriveranno tanti tanti bei soldini. –Così potrai anche riposarti, fortunatamente…- aggiungo ridacchiando.
Le sue labbra mi sorridono ed annuisce alle mie parole. –Si, avrò un po’ di tempo per me- mi dice alzandosi e stiracchiandosi improvvisamente. –Bene, ora però pensiamo al mangiare. Ti preparo una bella cenetta per festeggiare, una mezz’ora e sarà pronto- mi dice, prima di andare dietro al bancone e posizionarsi ai fornelli. Sorrido dolcemente.
-Ti aiuto- mi offro spontaneamente. Mi si presenta una delle poche occasioni per stare con mia madre, che faccio, non colgo la palla al balzo?
Conoscendomi, forse, non si direbbe, ma tengo moltissimo a mia madre. È… tutto quello che ho, oltre che allo sport e forse anche quei pochi amici che mi sono guadagnato col tempo. È sempre stata il mio mondo. Stare con lei è divertente, non è una rompiscatole come tutte le madri. Certo, ogni tanto il suo mestiere lo deve pur fare, quindi le ramanzine me le prendo sempre, però… mi dà consigli utili, mi aiuta sempre e soprattutto mi capisce, senza che io debba parlare.
È la cosa più importante di tutte.
Ci sono giorni che sono talmente giù che non posso neanche aprire bocca, altrimenti esploderei. Lei, senza dire niente, mi vizia un po’, dandomi i miei spazi e cercando di farmi sentire meglio aggirando il problema, facendolo apparire ai miei occhi sempre più insignificante.
Davvero, adoro questa donna.
Mentre parliamo, adesso, mi sembra che tutto sia migliore. Non penso al votaccio di fisica. Non penso alle condizioni di Saga e non penso neanche a papà. Tutto diventa più tranquillo, più sereno e credo che sia così anche per lei.
Non sono un mammone, questo assolutamente no. Semplicemente non ho mai dimenticato cosa veramente è importante.
Andando a dormire, più tardi, guardo il panorama fuori dalla finestra. Tante piccole stelle illuminano il cielo. Rimango a fissarle, cercando quella in cui dovrebbe esserci mio padre. Non che ci creda, ovviamente, ma Lili (mia madre) mi diceva che papà era lissù, che gi guardava e non vedeva l’ora di vedere i nostri progressi. Dovevamo essere forti per lui.
Chissà adesso dove sarà, se effettivamente sarà da qualche parte.
Chiudo gli occhi, pensando a tante, troppe cose, eppure, come al solito, l’ultimo mio pensiero, prima di cadere tra le braccia del sonno, và alla persona sbagliata.
Sono un idiota.



***End Part five**


















*** Capitolo ***:
Campo-Scuola.




-Eh? Ma che dici?-
-E’ vero! Ti giuro!-
-Usopp, ma dai… è troppo presto!-.
No, sul serio, quello che sta dicendo non sta né in cielo, né in terra. Non è possibile che organizzino un campo-scuola a inizio novembre. È assurdo! Fa freddo e ci sono le tempeste di neve e pioggia, dove mai potremmo andare??
-Hanno deciso di mandare i quinti in campo-scuola prima proprio perché non vogliono che si perda tempo durante il periodo tra aprile e maggio! Noi partiremo entro la prima settimana di Novembre!-
-Ma da chi l’hai sentito?-
-Sono o non sono il rappresentante di classe scusa?!-. Sbuffo, si effettivamente è vero, se non è informato lui su queste cose chi lo è? Bibi, o Nami, di certo. Mi stiracchio, mentre aspettiamo che Rufy torni dalla fila alle macchinette. Durante la ricreazione c’è sempre un bordello di gente da queste parti e quindi ci si mette un po’ a prendere ciò che si vuole. Non appena vediamo spuntare il suo cappello tra le varie teste, lo prendo per il braccio e lo trascino fuori seguendo il naso lungo.
-Quale sarebbero le destinazioni?-, domando lasciando Rufy finalmente libero di muoversi.
-Di che parlate?-
-Del probabile campo-scuola di Novembre-
-Ah! Già! L’ho sentito… mi pare che me l’abbia detto Nami-, ecco appunto.
Camminando per il cortile raggiungiamo finalmente Bibi, Nami e il sopracciglio, che stanno deliziosamente prendendo il sole sul campo da calcio in erba sintetica. Oggi il sole c’è e come al solito fanno 30°C. Sta volta però, ho le maniche corte.
Ci stendiamo accanto a loro, sentendo l’erba fresca ma uncinante sotto la pelle.
-A quanto pare abbiamo tre scelte date dalla scuola e poi possiamo provare a proporre una noi, se proprio non ci dovessero piacere-
-Parli del campo-scuola?-, domanda subito Bibi sorridente.
-Già- annuisce Usopp.
-Dovrebbero essere Londra, Berlino e Praga-
-Insomma località più fredde no…?-, domando scocciato. Già fa freddo, se poi ci buttano in mezzo alle montagne non so, facessero loro, moriamo assiderati tutti!
Sbuffo.
-Io proporrei di andare in un posto caldo… non so, andiamocene in Spagna, no?-, propongo.
-A me piace la Spagna, ma preferisco la Turchia-
-Va bene anche quella, basta che sto al caldo…-
-E tu, Nami, che proporresti?-
-Non so… la Turchia, come dici tu, Bibi, mi ispira ma anche quelle del nord dovrebbero essere bellissime con la neve…-
-NEVEEEE!! Siiii dai andiamo che c’è la neve su!-
-Ma non è sicuro, Rufy!-
-Sanji, tu dove vorresti andare?- la domanda arriva diretta dalle ragazze che guardano il principino con aria vorace ed incuriosita improvvisamente. Lui, dal canto suo, con la sigaretta stretta tra le labbra (tanto per cambiare) e un espressione che non riesco a decifrare, ci pensa un attimo solo, prima di rispondere con un tono un po’ altalenante.
-Non… saprei… sembrano tutte così interessanti…-. Pare preso alla sprovvista, non so, non credo che sia convinto di quello che dice. È come perso nei suoi pensieri. Anzi, ancora non ha fatto un complimento alle ragazze, quindi deve essere una cosa grave!
Appena lo penso, subito quello si riprende, ridacchiando e cominciando a fare l’imbecille.
-A me basta che ci sono Nami e Bibi e possiamo andare ovunque!!!-
-Si, certo, come no…-
-Bé, ragazzi, dopo abbiamo un’ora di collettivo, solleverò la questione e entro la fine della giornata sapremo dove andare, d’accordo?-
-Bene!-.
Non c’è male, speriamo solamente che Usopp si dia da fare sul serio e non faccia come in secondo, quando dovevamo andare a Policoro e si dimenticò di far firmare le carte, così dovemmo tornare tutti indietro. Il discorso viene precipitosamente spostato agli aneddoti di Rufy e alle imprese di Usopp. Ci facciamo qualche risata, ma Sanji non pare particolarmente attratto dalla conversazione. È una settimana che si comporta in modo strano, ma non capisco perché.
Oddio, non che me ne abbia mai parlato dei suoi problemi, dico solo che non è da lui, tutto qui. Fatto sta che non appena suona la campanella o gli chiediamo cosa ne pensa di qualcosa, dobbiamo ripetergli la domanda o fargli notare le cose. È particolarmente assente.


-Allora, ragazzi… cosa votiamo?-
Premettendo che il discorso di Usopp di fronte alla classe sulla situazione del campo-scuola, non ha fatto una piega, adesso si è passati alle votazioni. Per prima cosa abbiamo dovuto scegliere se ci piacevano le tre mete scelte dalla scuola.
Ovviamente la maggioranza disse di no per alzata di mano, come è ovvio che sia, quindi ora dobbiamo scegliere quale paese visitare, mentre Rufy prende appunti sulla lavagna, lanciando gessetti a chiunque, compreso me, che puntualmente glieli rilancio indietro con il doppio della forza, beccandolo in testa e facendogli uscire segni rossi di volta in volta.
Comincio a divertirmi.
-Io direi di andare in Turchia!- dice Bibi prevedibilmente. Nami l’appoggia subito.
-No, andiamo a Madrid!-
-Meglio Barcellona!-
-Vabbé, sempre in Spagna no?-
-Nooo, è meglio la montagna regà! Andiamo in Austria!-
-Cosa?! Ma fa freddissimo lì!-
-Siiii andiamo a fare a palle di neve in Finlandia!-
-Perché nessuno ha pensato a Honolulu?!?-
-Perché nessuna sa dove si trovi…-
-No, aspettate, ci sono! Andiamo a Monaco! Lì è a metà tra la Germania e l’Italia, non dovrebbe fare troppo freddo no?!-
-Si, si! Andiamo lì!-
-Ragazzi uno per volta, alzate la mano e poi ne parliamo!-, tenta Usopp di calmare la massa che sfodera nuove idee colpo su colpo.
-Zoro, tu che dici?-
-Dove vi pare, basta che decidiamo, mi sto rompendo le scatole!-
-Non sei d’aiuto!-
-Pazienza, arrangiatevi…-, ridacchio nel vedere come naso lungo diventi sempre più rosso e cominci ad infuriarsi contro i compagni di classe. È la mia piccola marionetta. Secondo me passeranno trenta minuti buoni senza che riusciremo a cavare un ragno dal buco. Ci sono così tante fazioni nella classe che non riusciamo a capire cosa fare e quanti siano a volere quella cosa. Tutti hanno più o meno proposto qualcosa. Tutti, tranne il biondino di fronte a Nami e Bibi. Non ha aperto bocca per tutto il dibattito, neanche quando le donne si sono dimostrate favorevoli alla Turchia. Non gli interessano i posti caldi? Va per i freddi? Come funziona?
Bah, ma perché mi sto a scervellare poi…
-Sanji, tu hai qualche idea?-
Ah, ecco, bravo Rufy, così svelerò l’arcano senza pensare a nulla. La classe intera abbassa il tono di voce per sentire cosa ha da dire un Sanji piuttosto sorpreso da quella domanda. Secondo me risponde come prima… ossia che non gli importa un tubo di dove andremo, basta che ci siano le ragazze.
Prende un po’ di tempo, facendo il vago, prima di aprirsi un po’ e di proporre, con nonchalance, la sua meta.
-Ecco… a me piacerebbe girare la Francia-.
Mh? La Francia?
Parigi, quindi? Oppure in generale?
I rappresentanti di classe lo guardano un po’ stupiti, poi annuiscono. –E’ vero, nessuno ha pensato a Parigi, a qualcuno sta bene come meta?-.
Sbaglio o il principino sembra teso? Ho come questa strana sensazione, e credo che sia recente, perché questa mattina abbiamo litigato come al solito, quindi era tutto nella norma, poi però da quando abbiamo cominciato a parlare di gite si è rinchiuso in un guscio invisibile.
Inoltre, non so perché, è tutta la mattina che si aggiusta quel ciuffo con fare nervoso. Mh… non me la racconta giusta, ma non ho la minima intenzione di chiedergli cos’abbia per il semplice fatto che mi liquiderebbe con un “niente” o un “di che diavolo stai parlando?”.
Qualche mano si alza, qualche altra è indecisa, insomma, arriviamo alla fine dell’ora che dobbiamo solo decidere se andare a Parigi oppure ad Amsterdam.
-Sanji, visto che tu hai proposto la Francia… prova a convincerci della tua scelta, sono curioso di sapere se c’è un motivo particolare per il quale l’hai chiamata in causa-, dice Rufy alla fine dell’ora, mettendosi seduto a gambe incrociate sulla cattedra.
-Conoscendolo perché è la città dell’amore, non è vero?-, Nami si mette al suo fianco e dice la sua incrociando le braccia al petto.
Qualcuno annuisce. In effetti tutti sappiamo che quel dannatissimo frangettone è un eterno romantico, quindi quale città è meglio di Parigi? Gli lancio un occhiata silenziosa ed indagatrice. La sua espressione ha qualcosa che non mi quadra. Di solito si alzerebbe in piedi ad urlare qualcosa di idiota e inutile come: “Ma certo Nami, mia dolcissima leccornia. Lo faccio solo per passare un po’ di tempo con te, mia amata!! ”, ma adesso se ne sta lì, fermo, con un sorriso docile sulle labbra.
-Si, infatti… è proprio così-
-E non c’è altro?- domanda Usopp, sedendosi vicino a lui sul banco. Il sopracciglio lo guarda ed annuisce ancora una volta.
-Perché ci sono belle ragazze?-
-Si, ma ci sono anche ad Amsterdam…-
-Ci sono i locali porno?-
-Anche ad Amsterdam…-
-… ci si può andare anche se non si è maggiorenni?-.
Che razza di discorsi. Però effettivamente qualcuno comincia ad interessarsi già di più. Che idioti. Se vogliono andare in qualche locale a luci rosse gli do i nomi di qualche posto vicino casa mia. Non sono cliente, ma ho qualche amica che è costretta a lavorarci. Se faccio loro un po’ di pubblicità non mi uccideranno sicuramente.
-Va bé, ragazzi, allora, votiamo insieme va…- sbuffa il nostro rappresentante di classe con un sospiro, mentre un pizzico mi tocca la testa. Mi volto e noto che qualcuno mi ha tirato contro una penna che poi è cascata giù. La raccolgo e mi guardo intorno per capire da chi provenga. Dall’altra parte della classe, tra Bibi e Francy, Saga mi sta salutando con la mano buona. Lo guardo e noto che cerca di dirmi qualcosa tramite labiale. “Tu dove vuoi andare?”.
Sospiro. Gli faccio spallucce, come a dire che non lo so e gli chiedo cosa ne pensa della situazione. Un po’ a fatica mi dice che lui andrebbe sicuramente ad Amsterdam. Quando gli chiedo il perché, la sua risposta è: “Mi piace la Francia, ma ad Amsterdam c’è la mia ragazza, che sta facendo degli studi, sarebbe un occasione per rivederla prima del tempo. In più c’è la cioccolata calda gratis! ” . Mi viene da sorridere e lascio perdere. Bah, allora voterò per Amsterdam, almeno Saga mi ha dato dei buoni motivi per scegliere qualcosa piuttosto che un’altra, anche se l’atteggiamento di quell’altro cretino non mi piace per niente.
Mentre Nami passa per i banchi dandoci dei pezzettini di carta (strappati da un quaderno, si vede lontano un miglio, soprattutto perché ci sono ancora le righe disegnate sotto) su cui scrivere la nostra decisione, ascolto i vari commenti nella classe. Le ragazze accanto a me sono divise in due gruppi, ma di uno prevale la fazione parigina. Anche Bibi vorrebbe andare lì, ma solo perché l’ha proposto Sanji e vuole accontentarlo. A quanto pare entrambe le destinazioni le sono indifferenti. Rufy e Usopp sono neutrali in quanto portavoce del consiglio d’assemblea e rappresentante di classe, mentre Nami ha detto subito che voleva andare a Parigi perché lì ci sono i capi d’alta moda. Scusa, perché, ad Amsterdam no?
Gli altri ragazzi scelgono per lo più Amsterdam per via del fumo e delle droghe leggere. Ah, anche per i sexy-shop con il 60% di sconto, ma sono dettagli. Ora come ora mi pare una lotta ad armi pari. Non ho sentito tutte le opinioni, ma pochi hanno le idee chiare su come comportarsi. Sembrano essere due mete ambite in pari dignità.
-Bene, adesso scrivete il nome della destinazione che volete scegliere, piegate il bigliettino e poi Nami passerà a ritirarlo-, ci fa presente naso lungo mentre cappello di paglia sta scrivendo svogliatamente sulla lavagna i titoli “Parigi” e “Amsterdam” per poi metterci il numero delle crocette.
Prendo il mio pezzo di carta e velocemente scrivo “Amsterdam”. Parigi è troppo sdolcinata per i miei gusti, e poi se veramente in Olanda c’è la cioccolata calda gratis…
-Bene! Adesso contiamo i punteggi, voi state buoni- ci fa sapere una volta che tutti quanti abbiamo dato le nostre scelte. Avverto una certa tensione nella classe, o per lo meno agitazione. Mi alzo e vado a sedermi vicino a Saga, poggiando la schiena contro il muro, osservandolo. –Ho votato Amsterdam alla fine- gli dico. Lui si illumina d’immenso ed incrocia le dita della mano sorridente. –Speriamo bene amico mio. Sono in astinenza, non la vedo da quasi due mesi ormai… se davvero andassi in Olanda sarebbe una svolta!-, mi dice e il suo sorriso mi contagia.
Vederlo nelle vesti di ragazzo romantico mi fa uno strano effetto. Lui è uno spadaccino come me, da quando siamo ragazzini lottiamo e cerchiamo di batterci e migliorarci sempre di più. L’ho sempre sconfitto, o quasi, e da quando lo conosco non ha mai mostrato interessi particolari per le ragazze. Poi però è arrivata Marì.
Apriti cielo! È stato un cambiamento radicale. Mi fa venire i brividi e certe volte non mi pare neanche lui, ma poi mi rendo conto che è sempre lo stesso Saga. Solo… un po’ più sdolcinato?
-Silenzio, silenzio! Abbiamo i risultati!-.
Mi siedo meglio, non che mi interessi molto, ma voglio tenere d’occhio la reazione di quel sopracciglio da strapazzo. È parecchio teso e non sta sorridendo come tutti gli altri, che almeno chiacchierano e scherzano.
È come se da questo risultato dipendesse qualcosa di molto più importante rispetto a quello che ci vuole far vedere. Non che mi interessi, è talmente ricco che potrebbe andare in Francia quando e come vuole, basta alzare un dito e chiedere, ma mi pare strano che si debba comportare così. Insomma se non ci andrà quest’anno potrà sempre andarci da solo con l’anno prossimo, con la fidanzata di turno o cose del genere, no?
Lo vedo concentrarsi ed intensificare lo sguardo sulla mano di cappello di paglia che sta scrivendo il numero dei voti di ciascuna città. Sembra quasi che voglia bruciare il gesso che sta solcando la lavagna nera.
-Vi informiamo che quest’anno andremo…- comincia a parlare, finendo di scrivere. Cerchia un qualcosa un paio di volte e poi finalmente si sposta, lasciandoci vedere la destinazione del nostro viaggio.
Un boato si alza nella classe mentre lui sorride ed annuncia con un bel sorriso.
-Ad Amsterdam!! Evvai ragazzi, ci divertiremo!-.
Di fianco a me, Saga, fa un salto e scavalca il banco, mettendosi ad urlare.
-EVVAI! Evvai! Siii! Amsterdam! Aspettami sto arrivando!!!- e così dicendo mi dà uno scappellotto in testa e mi sorride, abbracciandomi di slancio. –Aaaah! Grazie per il voto amico! Adesso Marì mi sembra sempre più vicina!-
-Si, ma non soffocarmi!-, gli faccio notare, alzandomi allo stesso modo e sbattendolo sul banco, ridendo. È felice lui, lo sono anche io. Sinceramente, in fondo al cuore, lo speravo che andassimo lì, dopotutto per un amico questo ed altro, no?. Forse, se avessi avuto una ragazza in un qualche paese lontano, anche io mi sarei impegnato per raggiungerla, quindi non posso non dirmi soddisfatto per aver contribuito a questo voto. Le uniche che ci sono rimaste veramente male sono le ragazze, ma si riprendono in tempo record, visto che già cominciano a vedere tramite i cellulari, su internet, quale sia la tendenza dell’Olanda in questo momento.
Tutti esultano. Usopp ci dà l’ultimatum: entro due settimane ci sarà indicata la linea aerea, il costo e la data di partenza. Non so se è l’entusiasmo di Saga a farmi questo ma un brivido mi attraversa il corpo. Qualcosa mi dice che si, ci divertiremo. Anche Rufy è dello stesso parere, visto che viene da me e mi dà una pacca sulla spalla, ridacchiando a modo suo.
-Evvai! Tanto cibo gratis!-
-E’ solo la cioccolata che è gratis Rufy…-
-Quello che è! Va bene anche quella…-, ridacchio e gli scompiglio i capelli, prendendogli il suo fidato cappello e lanciandolo dall’altra parte della classe. Vengo buttato indietro e lui se lo va a riprendere di corsa, mettendo su il broncio. Rido di cuore per un attimo, prima di osservare l’unica persona in classe che non era proprio contenta di quel risultato.
Sanji è rimasto come pietrificato a guardare la lavagna. Sembra un fantasma. Gli altri ridono, scherzano e già cominciano a parlare di cosa ci dovremmo portare, mentre invece lui non fa altro se non fissare il vuoto, agitato da pensieri che non mi è dato conoscere.
Nessuno lo guarda, nessuno ci fa caso, a tutti sta bene la meta, in fondo non cambia loro niente se da una o dall’altra parte.
Purtroppo, qualcosa mi fa intuire che nel suo caso, non è decisamente così.


***End Part six***




 
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FunnyPirate
view post Posted on 16/10/2011, 17:19




E ma no! Non è possibile!!! Voglio vedere cosa succede al mio biondino :'( Cosa c'è che non va mon amour?
*un coro inizia a intonare*: ALTRO CAPITOLO, ALTRO CAPITOLO, ALTRO CAPITOLO!
Siamo curiosi V.V
Porto via i tifosi, danno troppo fastidio V.V
Tu intanto aggiorna presto!!!! Non vedo l'ora di leggere il seguito!
p.s. vado a scrivere il prossimo capitolo della ff anke io ^^
Al prossimo aggiornamento! ^^
 
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~ Vampiraker
view post Posted on 16/10/2011, 17:22




Ahahhahaha eeee sapessi ;D poi vedrai poi vedrai ;D. Sono contenta che sia riuscita a catturare la tua curiosità X°D.
Dopo vado a scrivere il capitolo successivo, per ora disegno un po' ;D.
Oddio siii scrivi in bacheca quando lo posti che sono curiosissima *___*. Mi voglio fare due risate! Al prossimo aggiornamento ;D
 
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FunnyPirate
view post Posted on 16/10/2011, 19:13




contaci ^^
 
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Kerena93
view post Posted on 16/10/2011, 19:19




Bello bello bello!
ti assicuro che sono due giorni che accendo e spengo il computer solo per vedere se hai aggiornato o cosa e adesso mi sento di dire che.... QUESTA STORIA è FANTASTICAAAAA!
#folla sequestrata esulta e fa l'aola alle mie spalle ... perfino il contestatore di qualche tempo fa (dopo aver subito debito pestaggio ovviamente ^-^)#
che cosa preoccuperà mai così tanto il bel biondino?
e il nostro Zoro andrà mai a scoprirlo?
Gyaaah non resisto voglio il seguito quindi...
AGGIORNA AGGIORNA AGGIORNAAAAAAAA!

Ah già un'ultima cosa ... perchè la ragazza di saga si chiama Marì? Non dovrebbe essere Maya?
si vede tanto che questo pomeriggio la mediaset mi ha incastrato a vedere un orrendo doppiaggio del film "la spada delle sette stelle" ... non c'era nient'altro e appena o sentito la opening della toei (ok sono solo quattro onde su uno scoglio ma per me è un rumore inconfondibile - al massimo se sbagli è "pianeta mare") sono corsa alla tv...
 
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~ Vampiraker
view post Posted on 16/10/2011, 19:22




Ahahahahahah X°DDD tu e i tuoi seguaci mi fate morire, davvero!! X°D.
Mi sento sinceramente lusingata *________* *abbraccia e lancia cuori e amori ovunque*.
-GRAZIE A TUTTI POPOLO SOVRANO! Vi prometto che farò del mio meglio U___U-
Comunque sia... Allora no calcola non mi ricordavo come si chiamava, mi ricordavo qualcosa con la "M" e quindi ho messo Marì xD posso fare che magari Marì è il diminutivo di Maya °__________________° *giri mentali: OLE' XD*.
Sono davvero contenta che la storia ti piaccia! Mi aspetto il tuo parere anche in quelli successivi, di capitoli, so esattamente cosa fare, vedrete ;D
 
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~ Vampiraker
view post Posted on 17/10/2011, 19:05




{ Spazio dell'Autrice }

Sono sempre io °-°.
E sto per postare un'altro capitolo (purtroppo per voi).
:D.
Speriamo in bene D:, l'ho scritto un po' di corsa perché è un capitolo di passaggio.
Nel prossimo, ve lo anticipo, andranno direttamente al campo-scuola ;D.
Spero di non annoiarvi troppo <3.
Buona lettura *-*





{ Rimescoliamo le Carte }

**** Capitolo ***:
Halloween.







Strano ma vero, sono riuscito a prendere sette all’interrogazione sbiascicata di geografia astronomia, sei e mezzo a storia e un sei a latino. Che poi mi chiedo quando mai mi servirà il latino… dopotutto non credo di farmi prete, in futuro. No, decisamente no.
Fatto sta, che sono particolarmente soddisfatto di me. Mi sto impegnando un po’ di più nella scuola e tento come posso di alternare gli allenamenti alle uscite solite con gli altri. Certo, è un po’ stancante, ma per ora non è troppo, dopotutto il programma è poca roba (o almeno così dicono i professori, per quanto mi riguarda per me l’anno potrebbe finire già qui, di materiale ne ho abbastanza). Hanno già cominciato a dirci di pensare a qualcosa riguardo alla tesina, o perlomeno sull’argomento centrale. I professori dicono che il campo-scuola anticipato non è una cattiva idea in quanto potremmo trovare degli spunti interessanti ad Amsterdam.
Si, tra una canna e l’altra sicuramente si, tra visioni varie i miei compagni di classe riusciranno a trovare il modo di prendere un ottimo voto!
Alla fine, Usopp ci ha fatto sapere, come promesso, le info della partenza che è stata prefissata per la prima settimana di novembre. Partiamo il 2 e torniamo il 9. praticamente il martedì partiamo e torniamo esattamente il martedì dopo. Sono degli orari strani, ma a quanto pare sono andati bene ai professori (strano!), quindi non ci lamentiamo.
La linea aerea è una Olandese di cui neanche ricordo il nome, ma andremo ad alloggiare in un hotel a tre stelle proprio nel centro, per una modica cifra di 459,99 euro. Io devo ancora vedere il mio centesimo di resto. Quando l’ho detto a mia madre ne è stata entusiasta e mi ha subito fatto promettere di fare tante foto con la sua macchina fotografica. Sinceramente le foto in sé non mi fanno impazzire… però non le ho promesso di farle a me, giusto? Le farò agli altri, magari ne scapperà qualcuna di gruppo, ma di certo non me le farò fare.
In classe c’è fermento assoluto. Mancano solo tre giorni e finalmente partiremo, quindi il tema c’entrale per le donne è “quante scarpe portarsi”, mentre invece per i ragazzi è “quanti preservativi serviranno” (conoscendo i tipi, meno di zero).
Naso lungo e cappello di paglia hanno deciso che si porteranno da mangiare in valigia e che i vestiti non sono un problema. Da quello che dicono loro liggiù si mangia che è una schifezza, quindi hanno deciso che in caso si compreranno i vestiti lì. Nami e Bibi hanno detto esattamente il contrario. Della serie: “La borsa o la vita!” “La vita! ‘sta borsa sai quanto mi è costata?!”. Bah, donne.
Saga è tremendamente impaziente. Durante le lezioni non fa altro se non messaggiare con la sua ragazza, scrivendo ogni volta frasi sempre più sdolcinate. L’amore gli ha dato alla testa, decisamente.
Per quanto riguarda il sopracciglio inutile… non so cosa dire. Sinceramente, sono spiazzato e confuso. Quando Usopp, un mese fa, ha fatto sapere che la meta era Amsterdam, pareva che gli fosse crollato il mondo addosso, ma dal giorno successivo, è stato come se non fosse successo nulla. Niente di niente. Ha continuato a fare l’imbecille con le ragazze (a dire il vero pareva che ci si impegnasse ancora di più), a prendere appunti durante le lezioni e a litigare ferocemente con me. Ci sono stati tre o quattro giorni nei quali ci siamo perennemente mandati a quel paese. Il bello è che non ricordo nemmeno il perché!
Ho tentato, ma solo una volta, lo ammetto, di estorcergli qualcosa, ma non ho ricevuto niente di particolarmente interessante. A questo punto credo che sia stata solo una mia impressione, ma ricordo bene la sua faccia e non mi è parso così.
Veramente dovrei fare tutto meno che pensare a lui adesso, visto che sta per succedere qualcosa che deciderà la mia serata.
Sono in classe e il silenzio regna sovrano. La tensione che c’è qui dentro è tangibile, quasi misurabile ad occhio e ci sta schiacciando tutti quanti. Non c’è un interrogazione in corso se ve lo state chiedendo, no, c’è qualcosa di peggio. Un’estrazione. No, non siamo scemi, e non vi siete persi nulla in questo mese, ve lo posso assicurare, semplicemente siamo sotto halloween. Oggi è il 31 di ottobre e siamo in classe in caso eccezionale per poter fare l’estrazione per i ruoli della “Serata di Luna Nera” di questa sera. In parole povere, la festa di halloween della scuola, niente di più semplice. Unico problema è che nel gioco di oggi, ci sono vari personaggi: i lupi mannari (3), i paesani (numero pressoché pari a tutti i ragazzi della scuola che non siano massoni, mannari, veggenti o medium), i massoni (2), il veggente (1) e il medium (1). In parole povere i mannari devono uccidere tutti i civili senza essere scoperti e i civili devono uccidere tutti e tre i lupi.
Ovviamente è un gioco a votazione. Si fanno delle proposte, si cerca di convincere gli altri a fidarsi e poi c’è il trabocchetto. Ovviamente il ruolo migliore è quello dei mannari, che si conoscono e devono uccidere tutti, a seguire c’è quello del veggente, che può capire chi sono i lupi e poi il medium, aiutante del veggente e dei paesani. Gli unici coglioni che rimangono in gioco sono i massoni che non servono a un cavolo. L’unica cosa che sanno è di essere massoni loro, ma non hanno idea di chi possano essere gli altri. Diciamo che servono all’ultimo, in caso di esclusione.
Ora stanno assegnando i ruoli. Non abbiamo idea di cosa ci capiterà, ma io spero tanto un lupo mannaro, così mi diverto finalmente! Eppure è quasi impossibile che capitino dei ruoli nella stessa classe, quindi è scontato che non lo sarò.
Il preside (un uomo alto, vecchio, ma simpatico, con gli occhiali a mezza luna), passa per i banchi a distribuirci i ruoli. Quando se ne va, dandoci l’in bocca al lupo, in tutti i sensi, allora apriamo i bigliettini con su scritto cosa siamo.
No, non sono il mannaro. Sbuffo sonoramente. Accanto a me, Saga fa lo stesso. Ci guardiamo. –Sei paesano?- mi domanda. Io annuisco e lui fa altrettanto. Ho mentito. Sono un massone. In parole povere devo cercare l’altro coglione che insieme a me farà la pedina inutile del gioco. Bah, in fondo se si è in due almeno ci si diverte. Giro il foglio, per leggere il mio compagno d’avventure sfigate.
Nel farlo, sbianco letteralmente. No. Non è possibile. Non posso crederci.
Sul foglio, scritto in una calligrafia ben leggibile e distesa, c’è il nome di Sanji. Gli lancio un occhiata, vedo che ha la stessa espressione dipinta sul volto e smetto subito di guardarlo. Ma porca miseria! Di tutti lui mi doveva capitare! E poi che cavolo! In tutta la scuola!
Non sarà facile collaborare.
Quando arriva la ricreazione mi ritrovo con gli altri.
-Uffa, ragazzi! Sono un villico…-
-Si dice paesano, Usopp!-
-Quello che è! È noioso!-
-Io anche sono un paesano… uffa! Non mi è andata bene!-
-Sta zitto che l’anno scorso hai fatto il lupo!-
-Siiii è stato divertentissimo!-
Beato Rufy, lui si che l’anno scorso ha avuto un ruolo decente!
-A quanto pare lo siamo tutti…-
-Va bé, abbiamo chiuso in tristezza i cinque anni scolastici…-, continua Nami, facendo spallucce. Non che a lei interessasse molto, ovviamente.
Io e il sopracciglio ci guardiamo in cagnesco, ma non diciamo niente, ci lamentiamo semplicemente del fatto di essere dei civili, cosa che chiaramente non è vera. Quando usciamo dalla scuola, tre ore più tardi, lo incrocio all’uscita e lo chiamo.
-Oi… aspetta un po’!-
-Che vuoi?-
-Come che voglio scusa?! Non sei l’altro massone?- domando retoricamente, avvicinandomi a lui facendogli vedere il mio foglio con su scritto il suo nome. Lo vedo sbuffare e poi fa lo stesso con me. –Si, lo sono, e allora?-
-Come “e allora”?! Che cavolo facciamo?? Non ho intenzione di aiutarti oggi! Non riesco mai a collaborare con te, e tu con me!- gli faccio notare.
-Ecco, appunto, l’hai detto, quindi non facciamo un bel niente. Facciamo finta di essere dei paesani, tutto qui-
-Ma non lo siamo!-
-E allora? Fingeremo-
-Eh certo! La fai facile!-
-Senti- si gira a guardarmi finalmente e mi fulmina con il suo occhio di pece. –Se proprio sei preoccupato allora ci vediamo oggi alle otto qui a scuola, così ci inventiamo qualcosa, ma adesso non ho voglia di perdere tempo con te-
-La cosa è reciproca- gli rispondo a tono. Chi cazzo si crede di essere? Principino ricco sfondato. Viziato del cavolo. Sopracciglio inutile. Evidenziatore.
Mi vengono in mente talmente tanti altri insulti che ne ho la capoccia piena, ma non gliene dico neanche uno. Mi limito a dargli le spalle e a andare verso la fermata dell’autobus. Mi devo pure inventare qualcosa per il costume da mettere sta sera… porca miseria che rottura di scatole. Non solo devo giocare con quel cretino biondo platinato, ma devo pure trovare il modo per sembrare tenebroso… Sanji di questi problemi non ne ha, è orribile di suo.


-Ecco fatto tesoro. Sei orrendo!-
-…Non è una bella cosa da dire…-
-Ma oggi è halloween! Dai, stai bene così. Sembri davvero il conte Dracula!-, mi dice entusiasta Lili mentre mi osserva e mi punta lo specchio davanti. Sospiro. Mi paio più un panda che Dracula, ma comunque non ho intenzione di obiettare. Sono bianco, ho due occhiaie disegnate che pare non abbia dormito da giorni e poi ho il solito mantello e i capelli portati all’indietro. Una camicia bianca vecchio stile mi copre il petto e dei pantaloni neri scendono giù fino a delle scarpe a punta. Sono un incrocio tra un cretino e un vampiro.
Un Crepiro.
-Dai, dai, sbrighiamoci, altrimenti arriverai in ritardo!-
-Non è un problema, anche se arrivo dopo sai…?- le domando retoricamente, sospirando.
-Non se ne parla! Oggi arrivi in orario, punto e basta!-, mi blocca subito e mi spinge fuori di casa, prende le chiavi e prima che la porta si chiuda, già mi pare di essere catapultato giù per le scale e poi in macchina.
-Dimmi una cosa, Sanji come si vestirà?-
-Che ne so io? Per me può venire anche così, tanto si spaventano tutti al solo veder—
Uno scappellotto non mi fa finire la frase. Mi massaggio la testa con insistenza sbuffando. –Ma è vero! Porca miseria che male…-
-Non parlare male di lui. Mi piace come ragazzo, è carino, dolce e simpatico-
-E’ un morto di figa mamma…-
Ahia. E due.
-Vorrei sapere cosa ti ho insegnato di educazione in tutti questi anni…-
-Tutto, ma se lui è così è così! Non puoi farci molto-, le dico semplicemente sospirando. Lei ridacchia. –Almeno è sempre sorridente. No?-
-Se lo dici tu…- in effetti ora che ci penso sorride sempre. O quasi, e soprattutto quando ci sono le ragazze.
Quindi si, è un morto di figa, sicuramente. Mi chiedo se già qualcuna gliel’abbia dat—
NO. Non voglio pensarci.
Orribile visione esci dalla mia testa.
Arriviamo davanti scuola che c’è già una buona quantità di gente e sono le 8:05. Mia madre mi caccia fuori dalla macchia con un calcio, mi sorride e mi saluta, prima di partire a manetta e tornare verso casa. Sicuramente, conoscendola, non vede l’ora che i bambini le vengano a chiedere i dolci.
-Quella donna…- mi massaggio il collo, poi mi volto e do un occhiata in giro. Ci sono conti Dracula ovunque, insieme a tantissimi Frankenstein, zombie e anche qualche mummia, i soliti insomma. Poi streghe, fantasmi, gatti neri… ah, uno scheletro, una bambola senza un occhio, un mostro umano… no, è solo il prof di religione.
Mi mischio con la massa e vado all’entrata principale. Dire che la gente pullula in una maniera mostruosa lì davanti è diminutivo. Praticamente tutta la scuola è lì. Dovremo cambiare il nostro appuntamento. Sbuffo. Che seccatura, ci manca solo questo.
Prendo il cellulare e scrivo velocemente il nuovo appuntamento, poi invio. Mi siedo sul cornicione ed aspetto. Qualcuno scatta qualche fotografia, qualcun altro non sa assolutamente che fare (come me) e mentre aspetta si guarda intorno furtivo.
Passano i minuti e le prime ad arrivare sono Nami e Bibi.
-Ehi, Zoro! Bel costume!-
-Se, certo. L’ha fatto mia madre in tre minuti-
-Buono a sapersi!-
-A me piace…-
-Voi piuttosto state bene- dico, anche se con un certo sforzo. Non sono molto incline ai complimenti, ma per oggi posso fare un eccezione. Sono vestite una da strega e l’altra da vampira. Bibi ha persino un rivolo di sangue finto sulla guancia.
-Grazie!-
-Tutto opera del trucco!-, ridacchiamo e cominciamo a chiacchierare del più e del meno, prima di sentire un urlo provenire dalla folla. Quando ci voltiamo ci prende un colpo, all’inizio, ma poi ci calmiamo, riconoscendo il tipo.
Rufy, con le sue manie di grandezza, era andato a spaventare la povera Kaya e Usopp era intervenuto per dargli man forte con il suo travestimento da fantasma. Povera lei…
Mi alzo e con le ragazze vado vicino a loro. –Che idioti, non sapete spaventare nessuno tranne che le ragazze, siete caduti in basso…-
-Eddai Zoro! Non essere così cattivo! Ahahahah, è stato divertente!-
-Te lo do io il divertente!! Povera Kaya! Guarda! Trema tutta!!-, Nami, accanto a me, si affretta ad abbracciare la povera vittima diventata improvvisamente bordeaux.
-Vuoi una cioccolata cara?-
-Quella l’avrà quando andiamo a Amsterdam no?!-
-…Non è che per prenderla bisogna aspettare di partire, Usopp!-
-Si… forse hai ragione…-
-Senza il “forse”-
-Va bene, va bene, ho capito, scusa!!-, si dimena naso lungo per cercare di tranquillizzare un po’ tutti. Io intanto sbuffo e mi guardo intorno.
-Scusate, ma che fine ha fatto quel tipo con i capelli evidenziatore?-
-Sanji? A dire il vero non lo so… il primo che abbiamo visto sei stato tu…-
-Hai ragione!-, a questo punto anche Rufy gira il collo come un gufo per cercare di trovare chi cerchiamo, ma con scarsi risultati.
-Bah… si sarà perso…-
-Dubito, l’unico che ha un orribile senso dell’orientamento qui è Zoro-
-NON ADDITATEMI! E pensate per voi!- ringhio lanciando loro delle occhiatacce. In compenso ricevo solo una risata di gruppo. Decidiamo di entrare, quel cretino ci raggiungerà dentro. Però mi fa rodere, dopotutto io e lui dovremmo giocare in coppia e non c’è! Un massone è inutile senza l’altro! L’unico ruolo nel gioco è quello di riconoscersi, se neanche facciamo quello allora a che senso venire?! Mi da ai nervi il suo comportamento. Spero non ritardi ancora, per il suo bene.
Non appena entriamo, subito ci prendiamo un colpo e facciamo un salto alto quanto una casa quando uno zombie senza un occhio ci si para davanti al’improvviso, chiedendo l’identificazione. Non appena gli diamo nome, cognome e classe, ci dà il benvenuto.
Percorriamo un lungo corridoio nero e ci teniamo per mano per non perderci (bah, è un corridoio semplicissimo, come faremmo a perderci… persino io ho capito qual è la direzione!), fino a che non arriviamo alla fine. Uno spiraglio di luce ci avvolge ed ecco che siamo finalmente arrivati alla palestra. Quasi non la riconosco. Tutti gli attrezzi sono stati portati via e sostituiti con un piccolo palcoscenico e addobbi vari. Ragni e scheletri penzolano dal soffitto, mentre streghe in procinto di spiccare il volo ciondolano sopra le nostre teste emettendo risate da brivido.
In un angolo, c’è il buffet. Non appena lo vedono Usopp e Rufy ci si fiondano come avvoltoi su una carcassa (mh, che immagine macabra, degna della serata, suppongo), e sinceramente anche io ho un certo languorino. Dopotutto non ho cenato e i segni della fame cominciano a farsi sentire, così li raggiungo. Rimango stupito e scoppio a ridere. Le varie delizie sono camuffate da un sacco di “effetti speciali” se così si può dire.
I wurstel sono stati tagliati e infilzati da piccoli stecchetti, avvolti nel ketchup, così da sembrare delle dita mozzate, le patatine bianche sono state decorate con piccole salse che le fanno sembrare a tanti fantasmi volanti e poi, la cosa che mi diverte di più, tranci di mortadelle, prosciutti e salami sono diventati delle teste mozzate.
Viva la fantasia! Non mi dispiacciono. Anzi, al lato vedo anche dei pezzi di ananas tagliati a mò di spada. Faccio razzia di tutto quello che posso e poi torno dagli altri. Neanche a dirlo, non si sono regolati. Mi chiedo come facciano a mantenere una montagna di roba del genere sul piatto. È più alto di loro!
Mentre butto giù una cosa dopo l’altra continuo a guardarmi in giro. Quell’incosciente non lo vedo. Prendo il cellulare, al volo, per capire se almeno ha letto il messaggio. Non ci sono nuove risposte. Comincio ad arrabbiarmi sul serio. Non che mi interessi della gara, ma una volta che ho un ruolo decente voglio giocarlo al massimo!
-Dai, vedrai che arriverà-. Sussulto e mi volto di scatto. Bibi, accanto a me, mi guarda con un sorriso dolce e mi mette in soggezione. Ma da dove è spuntata fuori?!
-Ma chi?-
-Come chi? Non stai cercando Sanji?-
-…Nnnno, stavo vedendo dov’era Saga…-, mento. Non so perché, ma in quegli occhi scorgo qualche pensieri perverso che non mi piace, neanche un po’.
Il sorriso della streghetta blu mi fa rabbrividire di nuovo, prima che mi parli.
-Mh… va bene… allora sappi che è liggiù…-
-Chi?! Sanji?!-
-No! Saga!-. Sbianco. Mi volto e in effetti lo vedo a qualche decina di metri da me, che fa lo spavaldo con un bicchiere colmo di succo di zucca e ghiaccio.
-A-ah… si, certo…- annuisco facendo spallucce.
-Ehm… torno subito…- concludo il discorso altalenante andando verso Saga il più velocemente possibile e allontanandomi da lei. Ma che le è preso?! È impazzita?! Guardarmi in quel modo… boh. Credo che non dovrò bere quel succo, non vorrei ci fosse qualcosa di più che la semplice vodka.
Non so perché, ma ho la bruttissima sensazione di aver fatto una gran bella figura del cavolo. Alzo gli occhi al cielo. La mia solita fortuna. Saga mi vede e si sbraccia, se possibile, ancora di più. Il suo braccio è tornato alla normalità da più di una settimana ormai, alla fine non era niente di grave, ma le sue tre settimane a fare riabilitazione per i muscoli non gliele ha tolte nessuno.
Mi avvicino, ma con la coda dell’occhio cerco sempre una testa gialla che spunti dal mucchio di darkettoni che popolano la piazza.
Una terribile sensazione mi assale. Non è per niente piacevole e per un attimo rimango fermo a metà strada tra Bibi e Saga. Credo che entrambi mi stiano guardando male, ma davvero, non riesco a muovermi. Una scossa mi sale dalla fine della colonna vertebrale fino alla nuca e improvvisamente fa freddo.
Non so perché, ma sento che qualcosa non andrà per il verso giusto.



****End Part Seven***




 
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239 replies since 7/10/2011, 21:52   6750 views
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