Cap 5
Si risvegliò con un senso di confusione totale.
Il ricordare determinati spicchi di vita si stava rivelando al quanto doloroso.
Ora ricordava di essere un pirata, ma a dire il vero non capiva come ciò potesse essere.
Non gli sovveniva nessuna qualità od attitudine che lo potesse collocare con onore all’interno di una ciurma di bucanieri.
Quelle tre spade, abbandonate solitarie in un angolo poco luminoso della stanza, continuavano a non dirgli niente- semmai gli incutevano un poco timore.
Zoro sbuffò, la situazione si stava facendo dolorosa e estenuante… voleva certezze.
Un leggero bussare gli fece voltare lo sguardo scuro verso la porta chiusa.
-Avanti-
All’invito la porta si dischiuse mostrando il sorriso del cuoco.
Sanji attraversò la stanza tenendo in equilibrio su un vassoio ogni sorta di leccornia.
Il verde fissò famelico i piatti- tutti decorati divinamente- e senti lo stomaco brontolargli scontento.
-E’ da più di un giorno che non tocchi cibo, ho pensato avessi fame- disse il biondo tirando una boccata alla sua sigaretta.
-Grazie, sembra tutto molto buono-
-Sai io sono il cuoco di bordo, generalmente quasi tutti apprezzano le mie vivande- concluse però la frase con un sorriso mesto ed un po’ malinconico.
Zoro lo fissò di sottecchi ma non disse nulla.
Sanji lo guardò addentare le brioche calde che aveva preparato, con voracità- se avesse sputo che generalmente era lui a contestare tutti i suoi piatti, chissà come avrebbe reagito- pensò tra se Sanji.
La colazione venne consumata tutta in brevissimo tempo, intervallata da lodi per la maestria del cuoco.
Tutti quei complimenti misero in serio imbarazzo il povero Sanji.
Non era abituato a vedere Zoro mangiare senza brontolare, figurarsi l’essere riempito di complimenti.
Tutta questa faccenda stava prendendo una piega ben strana.
Era veramente bello riuscire a conversare pacificamente senza zuffe ed insulti, però il vecchio Zoro gli mancava terribilmente.
Zoro si rivestì velocemente e indirizzando un sorriso sghembo alla volta del compagno chiese.
-Che si fa?-
-Avremmo dovuto levare le tende oggi… però viste le tue condizioni, si è deciso di rimanere ancora un po’-
Zoro annuì, effettivamente quegli strani personaggi che –a quanto pareva- erano i sui compagni di ventura, si preoccupavano per lui e questo lo rincuorava.
- A proposito degli altri… - Sanji esitò leggermente nervoso, non sapendo come affrontare lo spinoso argomento.
Come avrebbe reagito Zoro alla rivelazione di essere un pirata?
Eppure, sapeva bene che non poteva mantenere la bugia a lungo, Ruffy non glielo avrebbe concesso.
-Si lo so, sono… siamo pirati- mormorò sommessamente il verde.
Il cuore di Sanji fece un salto.
-Ricordi?-
-Bhè , vi ho sentito parlare ieri ed i ricordi hanno cominciato a riaffiorare… prima che tu me lo chieda, no, non c’è altro, questa è l’unica cosa che mi è tornata alla mente-
Sanji annuì affermativo, evidentemente parlare dell’amnesia non aiutava certo il compagno.
Probabilmente il modo migliore per fargli tornare la memoria era quello di distrarlo.
-Ti va di fare un giro per il paese con me?-
Quella sembrava l’idea più felice che gli potesse venire alla mente.
Avrebbe potuto tenere sott’occhio Zoro, evitare che si mettesse nei guai ed allo stesso tempo passare degli attimi preziosi in sua compagnia, senza l’ingombrante-e pericolosa- presenza dei restanti membri della ciurma.
-Si certo-
Senza attendere altro imboccò l’uscita seguito subito da Sanji che si richiuse la porta alle spalle e lo raggiunse in corridoio.
Sulle scale il biondo lo oltrepassò arrivando per primo al piano terra, dove si trovava l’osteria –e dove erano riuniti anche gli altri-.
-Noi usciamo- disse lapidariamente, sospingendo Zoro il più velocemente possibile verso l’uscita.
Il verde non poté far altro che salutare sommariamente gli altri che si ritrovò già all’aria aperta.
Prima che il compagno si richiudesse frettolosamente la porta alle spalle, poté lanciare uno sguardo fugace hai membri dell’equipaggio.
Ci furono due cose che notò immediatamente ed alla prima diede subito voce.
-C’era una renna seduta al tavolo?- domandò incredulo.
-Si quello è Chopper, il medico di bordo-
Sanji non riuscì a reprimere un ghigno vedendo la faccia allucinata dell’altro.
-Ma ne sei certo?-
-Fino a prova contraria sei tu lo smemorato non io… certo che ne sono certo! Tra l’altro è anche molto in gamba, ti ha strappato alla morte svariate volte- dicendo quelle ultime parole la voce del biondo scese di un’intonazione ed il suo sguardo si incupì.
-Fare i pirati è molto pericoloso, vero?- domandò notando il cambiamento d’umore del cuoco.
-Si, però diciamo che tu molto spesso te le vai a cercare, incurante del dolore che provochi a chi ti vuole bene- borbottò ormai completamente preso in tetri ricordi.
Zoro fissò spaesato il partner.
Poi spinto solo dall’istinto si avvicinò al volto del biondo, lo incorniciò tra le mani e sussurrò, fissandolo negli occhi.
-Scusa-
Infine posò un bacio a fior di labbra su quelle tese e strette- per i tristi ricordi -di Sanji.
Quando si staccò, il biondo -nel tentativo di darsi un contegno- si allontanò di qualche passo e quasi inciampò nei suoi stessi piedi.
Non era facile gestire uno Zoro così diverso dal solito.
I sui modi lo lasciavano del tutto spiazzato e privo di difese.
Erano delle sorprese piacevoli, ma una volta passate, lasciavano l’amaro in bocca al cuoco.
Gli mancava terribilmente la strafottenza e l’arroganza del solito Zoro.
Scosse la testa deciso a non pensarci.
-Andiamo?-
Chiese incamminandosi per le colorate vie del paesello.
La mattinata così come il pomeriggio trascorsero veloci e piacevoli.
Sanji era sempre al fianco di Zoro, pronto ad aiutarlo, sollecito e gentile.
Gli aveva parlato un po’ della ciurma, dei loro compagni e delle loro avventure.
Sorridendo ogni volta che incrociava lo sguardo sbalordito del verde.
Quando nel tardo pomeriggio il vento aveva iniziato ad alzarsi, si era sfilato la giacca e con gesto incerto l’aveva passata attorno alle spalle dello spadaccino.
Era strano doversi prendere cura così di Zoro, ma era anche piacevole.
-Vuoi rientrare? Hai freddo?- domandò sollecito
-No sto bene grazie-
Mentre camminavano -consci uno della presenza dell’altro- in un distensivo silenzio, passarono davanti ad un banchetto che vendeva sushi.
Zoro si fermò con sguardo affamato.
Senza attendere la richiesta Sanji si portò davanti alla venditrice ed ordinò due tazze.
Si sedettero poi a poca distanza su di un vecchio tronco ormai morto.
Mangiarono in silenzio per alcuni istanti, poi Zoro disse:
-E’ molto buono… ma sono certo che tu lo faresti meglio!-
Sanji sorrise a quel complimento spontaneo un poco imbarazzato.
No proprio non ci riusciva ad abituarsi alla situazione.
Fissò Zoro in volto e poi avvicinò le bacchette al viso di quest’ultimo.
Con abilità afferrò, tra le piccole stecche di legno, un chicco di riso che era misto sulla guancia di Zoro e glielo portò alle labbra.
Il verde lo accolse in bocca fissando lo sguardo nel suo ed a Sanji si asciugò la salivazione.
Lo desiderava moltissimo, ma sapeva bene di non potere… non così non in quelle condizioni.
Il biondo sbuffò leggermente a questi suoi pensieri -che scacciò- per poi sorridere e scendere sulle labbra del compagno, in un casto bacio.
La gentilezza e le attenzioni di Sanji mozzavano il fiato a Zoro, che si crogiolava in quella giornata così perfetta.
Poi un pensiero lo colse.
Chissà quante altre giornate così belle avevano trascorso, e lui se le era scordate.
Cercò di rincorrere nella sua mente pensieri che però non riusciva ad afferrare.
Dopo un po’ rinunciò all’intento, rimanendo però con un nuovo ed alquanto strano senso di inquietudine.
Perché non gli ritornavano alla mente i bei momenti passati con Sanji?
Infondo, erano bastate poche parole dette da persone sconosciute –almeno al momento- per ricordargli che era un pirata!
Allora perché con il suo compagno questo non accadeva?
Un dubbio inquietante quanto sibillino si affacciò ai suoi pensieri.
E ricordò la seconda cosa che quella mattina presto lo aveva colpito.
Le facce spaesate dei sui compagni quando la mattina erano usciti insieme, facce allucinate e sorprese… come se vederli insieme fosse una cosa fuori dal mondo
Il mal di testa si rifece vivo, insopportabile e pulsante.
Fu un attimo… e di nuovo tutto tornò ad essere nero.
Sanji allungò le braccia, appena in tempo, per afferrare il corpo svenuto del compagno.
PICCOLO SPAZIO PRIVATO:
Ok ora si entra nel vivo della cosa (era anche ora direte voi), questo capitolo è stato scritto apposta per soddisfare le richieste di hachiko87, ovvero, Sanji che fa un sacco di gesti romantici nei confronti di Zoro
Nella speranza che la cosa non vi abbia stomacato per come è stata impostata!
Allora cosa ve ne pare di questo ennesimo capitolo?
Zoro avrà ricordato qualche cosa?
Alla prossima